Alla Triennale di Milano l'arte arriva sul cellulare
Dopo i videogiochi, il cinema e la Tv, anche l'arte sbarca sul display del telefono portabile. Il progetto «Connect to Art» («Connettiti all'arte») è nato in casa Nokia oltre un anno fa, stimolato dall'idea di trasformare il telefono cellulare in uno strumento sperimentale per gli artisti che operano con il video e la digital-art. In principio, la possibilità di creare arte per un "museo diffuso" è stata offerta a quattro artisti finlandesi (Nokia, appunto, è un grande marchio della Finlandia), poi «Connect to Art» si è trasferito negli Stati Uniti, superando le 50 opere scaricabili gratuitamente sui portabili dal sito www.nokia.com/art/mobile, fra cui quelle di celebrità, come Nam June Paik, e di altri grande firme dell'arte elettronica, quali David Salle, Louise Bourgeois, William Wegman e Brian Alfred. Ora, con le sei opere di «Artesto», esposte alla Triennale fino al 19 marzo, anche l'Italia è entrata a far parte di quest'originale "galleria mobile" targata Nokia, che in totale conta 60 lavori della durata di una ventina di secondi ciascuno, tutti destinati ai videotelefonini. «Abbiamo chiesto a sei personaggi della cultura italiana di creare un messaggio che s'ispirasse ai temi della sensibilità, della trasparenza e della passione - ha spiegato Marianne Viglione che, con Lorella Sacco, ha ideato e curato «Artesto» - Philippe Daverio, Erri De Luca, Alda Merini, Carlo Freccero, Mogol e il gruppo musicale Subsonica sono gli autori dei messaggi chiave che, a loro volta, hanno ispirato le opere degli artisti visivi Bianco-Valente, Botto & Bruno, Globalgroove, Antonio Rovaldi, Studio Azzurro, ZimmerFrei». Il progetto ha lo scopo di democraticizzare l'arte trasferendola dai suoi luoghi sacri, come i musei, alla portata di chiunque, sui telefoni cellulari». Particolarmente suggestiva la soluzione visiva di Giovanna Bianco e Pino Valente per i versi ammalianti della poetessa Merini («Tutti noi vorremmo essere trasparenti/ma vogliamo che nessuno ci conosca»), con una farfalla attratta e continuamente respinta dalla luminosità di una lampadina. Pienamente in sintonia anche l'accoppiata dei Subsonica («Inerte vieni a nasconderti/scivolando dentro i miei vuoti/Addormenta le tue paure con me») con i videoartisti Gianfranco Botto e Roberta Bruno che hanno portato in immagini le problematiche e le zone d'ombra della periferia metropolitana evocate dalla band torinese.