Placido snobbato Dai tedeschi un insulto al miglior cinema
Qui da noi il pubblico e la critica non gli hanno lesinato gli applausi e, di recente, i premi dei giornalisti cinematografici, i Nastri d'Argento, lo avevano preso in considerazione per un numero tutt'altro che limitato di qualità, fino quasi a considerarlo il miglior film italiano della stagione cinematografica 2005. Perché questo errore? Perché questa dimenticanza? Probabilmente perché il film, con la sua ambientazione tutta italiana e i suoi stessi modi espressivi, poteva non essere esattamente percepito da stranieri magari informati del cinema (in giuria, altrimenti, cosa ci starebbero a fare?) ma non di tutte le sue più vaste implicazioni. Da qui la constatazione, non certo di oggi, di un altro gravissimo errore: la mancanza di un italiano in giuria. Non per far del campanilismo da avvocato difensore, ma per informare i disinformati. Il cinema italiano è uno dei più importanti del mondo. Come si può permettere a un festival di non avere un suo rappresentante nella propria giuria? Io a Cannes, quando ne presi parte, me ne tornai una prima volta con la Palma d'oro ad Antonioni (per "Blow-up") e una seconda volta a Visconti (per "Il Gattopardo")... Terzo errore di Berlino, la selezione. "Romanzo criminale", insisto, era di certo fra i nostri migliori film del 2005; per il 2006, però, già pronto, tanto è vero che uscirà venerdì prossimo nelle nostre sale, c'era un altro felicissimo film, "Arrivederci amore, ciao", di Michele Soavi, con Alessio Boni e, ancora una volta, Michele Placido. Se ne parlerà a lungo, mieterà, anche quello, onori a bizzeffe. Sceglierlo era un altro modo per celebrare il cinema italiano migliore e, per l'occasione, ancora inedito. Non si è fatto neanche quello! A Berlino, è chiaro, il Festival non è più quello di una volta. Ma d'ora in poi mi auguro che ci si impegni per far sentire più forte e più alta la nostra voce. Dato che i film li abbiamo, e meritevoli di premi.