Johnny Cash, il «fuorilegge» del rock
Esce il film sulla vita del cantante americano che divenne famoso esibendosi nelle carceri
Si creò quasi uno scontro e ne uscirono due tra i più sorprendenti album dal vivo mai realizzati. «Ho sparato ad uomo a Reno, semplicemente per vederlo morire». Versi che danno una chiara impressione del personaggio Cash, detto "man in black": qualcuno che viene perseguitato ed è pieno di rimorsi, che combatte con i demoni, ma sembra che in questo scontro siano i demoni a vincere la maggior parte delle volte. A differenza dei rappers gangasta, Cash non parla della violenza a cuor leggero. Deve sempre convivere con il rimorso di ciò che ha fatto, non riesce mai a liberarsene. Fattore che lo accomuna agli altri prigionieri, i "fuorilegge del pianeta". Così si apre la biografia cinematografica del grande cantante country, titolo italiano «Quando l'amore brucia l'anima», diretto da James Mangold e interpretato da Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon. Un film che ha richiesto sette anni di preparazione, con il pieno supporto di Johnny Cash e di sua moglie June Carter fino al momento della loro morte, avvenuta nel 2003. I due attori hanno cantato personalmente - e lo hanno fatto stupendamente bene - nelle performances dal vivo, che permettevano di cogliere lo spirito della musica che portava avanti la relazione fra Johnny e June. L'iniziale scena del carcere possiede un impatto fortissimo. Quando Cash compose «Folsom Prison Blues» viveva in Germania e aveva 20 anni. Lavorava come operatore radiofonico per l'aviazione americana e, dal suo punto di vista, si trattava di un miglioramento rispetto ai suoi due impieghi precedenti: raccogliere cotone (quando era bambino nella fattoria paterna in Arkansas) e lavorare in una catena di montaggio per automobili. Aveva appena acquistato la sua prima chitarra a Landsberg e ogni tanto provava con altri militari, quando alla base gli capitò di vedere il film «Inside the Walls of Folsom Prison». Un'illuminazione. «Non ricordo assolutamente di cosa trattasse la trama - ammise Cash - ma mi venne l'ispirazione per un brano e lo composi la notte stessa. Tratta di un criminale e cosa fanno i criminali? Uccidono la gente. È questo che ho scritto nella canzone». Ritornò negli Stati Uniti, a Memphis, nell'estate del 1954, esattamente nel momento in cui «That's All Right Mama» di Elvis Presley uscì con la Sun Records di Sam Phillips. Dopo aver assistito ad un paio di suoi spettacoli, Cash arrivò alla conclusione che firmare un contratto con la stessa casa discografica con cui lavorava Elvis avrebbe significato un miglioramento rispetto alla sua terza posizione lavorativa, ossia di venditore di elettrodomestici porta a porta. Offrì la sua disponibilità a Phillips, prima come cantante gospel, poi in stile country, ma fallì entrambe le volte. «Disse che era troppo occupato. Così una mattina mi sedetti sui suoi scalini e quando arrivò a lavoro, era di buon'umore, mi disse di seguirlo dentro e di cantare. Due ore dopo venne affidato a Cash il compito di creare un suo gruppo, i Tennessee Two, formato da due meccanici: Luther Perkins e Marshall Grant. Registrarono tre brani lo stesso giorno, tra questi anche «Folsom Prison Blues». Uscì come suo secondo singolo nel 1956 ed entrò nella classifica nazionale dei Top 5. Questo è il motivo per cui Johnny Cash iniziò a suonare nelle carceri. «Quando l'amore brucia l'anima» è un film che conta molto sulla storia d'amore, forse per volere dei distributori italiani, eccessivamente terrorizzati della scarsa popolarità italiana del cantante americano. Del resto la love-story fra i due cantanti ha attraversato un quarantennio di storia della musica americana, coinvolgendo artisti, teatri, manager, impresari e altre rock-star. I critici americani sono rimasti colpiti dalla bravura dei due protagonisti. Joaquin Phoenix, noto per il ruolo nel film «Il gladiatore», si è affidato alla sua forza interiore. «Quando ho scoperto che James Mangold stava per dirigere un film sulla vita di Johnny Cas