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In nome del dio dollaro

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anche il macho Pitt

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Ma non per scelta filosofica. È perché il film gay paga. E anche bene. Il sipario è stato aperto dal taiwanese Ang Lee che con il suo «Brokeback mountain», storia della relazione tra due cowboy, ha rastrellato premi, nomination e... una gran quantità di dollari. Se ne è ben avveduto Brad Pitt, star hollywoodiana di prima grandezza, a caccia di nuovi ruoli dopo gli stentati successi degli ultimi tempi. Il giornale inglese «Sun» ha rivelato l'altro giorno che Brad ha chiesto al suo agente e ai suoi collaboratori di trovare una sceneggiatura che abbia come tema una storia d'amore tra gay. Insomma l'ex di Jennifer Aniston e attuale compagno di Angelina Jolie (il loro figlio nascerà a maggio a Parigi), tanto criticato per aver dato ad Achille nel film «Troy» un connotato eterosessuale (Omero la pensava in modo diverso), ora cerca una storia omosex. «Pitt vorrebbe una vicenda d'interesse sia per gli uomini che per le donne - ha svelato il "Sun" - che diventi il ruolo più all'avanguardia che abbia mai impersonato». L'attore «si rende conto che alcuni potrebbero prendere male il fatto che interpreti la parte di un gay, visto che ha un così ampio seguito di ammiratrici - spiega il "Sun" - ma Pitt non si è mai tirato indietro quando si è trattato di fare film controversi ed ha spesso scelto di apparire in pellicole coraggiose e dal budget ridotto piuttosto che in kolossal che fanno milioni al botteghino». Tutto vero, Brad ha dimostrato con «L'esercito delle 12 scimmie» ('96) e «Fight Club» (1999), di saper interpretare ruoli difficili. Ma è anche vero che ha sempre curato con grande attenzione i rapporti con i suoi fan gay. E ora questa attenzione potrebbe tornargli molto utile. Il cinema sta attraversando un momento difficile, soprattutto per quello che riguarda soggetti e sceneggiature e l'arrivo di un nuovo filone viene accolto da tutti con grande favore. Il gay paga e il nuovo corso ha certamente qualcosa a vedere con l'Orso d'Oro alla carriera dato l'altro giorno al grande attore inglese Ian McKellen che, pur evitando atteggiamenti eclatanti, è sempre stato un portabandiera dei diritti degli omosessuali. Sir Ian nega sorridendo, ma non appare molto convinto: «Non credo - afferma - che sia per questo che un festival prestigioso, noto anche per le sue battaglie a fianco degli omosessuali, mi abbia voluto dare il riconoscimento. Forse - aggiunge con eleganza - è per la popolarità ottenuta con il cappello del mago Gandalf nel "Signore degli anelli"». Fatto sta che tra i film favoriti per l'imminente serata degli Oscar ben tre trattano tematiche omosessuali: appunto «Brokeback mountain» e poi «Capote», sul famoso scrittore, ovviamente gay, e «Transamerica» il cui il titolo già dice tutto. Sotto la stella del dio dollaro impazza la gay mania, perfino nei cartoni animati. In «Lilo & Stitch» (uno e due) appare un marzianino che a molti è apparso sessualmente ambiguo. Ma forse è solo un altro effetto della gay-mania.

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