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Grazia Di Michele Quando la musica illumina la vita

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"Respiro" è una certezza, come la mia vita dedicata alla musica». Quando cominciò a scrivere canzoni? «Ho abbandonato l'università, insieme a mia sorella ho iniziato a scrivere canzoni perché era un mio bisogno. Il mio percorso musicale è stato duro». Perché? «Mio padre tentò in ogni modo di impedirmi questa carriera. Aveva già pianificato il futuro dei figli. La mia è una famiglia medio borghese, non è stato facile non avere sostegni. Ne uscii fortificata ma addolorata». Ora con i genitori come va? «Ho recuperato finalmente il rapporto difficile vissuto con loro». La sua prima esibizione? «Folkstudio di Roma, nel 1977. I critici mi attribuivano una voce particolare e forte capacità espressiva. Ed è subito primo album, "Cliché", era il 1980». E non si è più fermata? «Ho cercato sempre di raccontare storie di ricerca femminile con le mie canzoni. Sono stata molto aiutata da mia sorella Joanna che collabora alla stesura dei testi. Tanti Sanremo. Tanti successi. Anche tanti sacrifici. Poi un incontro importante, Rossana Casale. Dalla collaborazione con Rossana, un terzo posto a Sanremo, nasce un sodalizio umano e professionale. Una donna eccezionale. Un'amica per sempre». Ora la sua vita come scorre? «Sono abbastanza serena. Vivo con mio figlio, Emanuele, ha dodici anni, è sicuramente il più grande successo della mia vita. Un bambino buffo ed intelligente. Ho imparato ad aiutarlo e a comprendere quello che davvero vuole dalla vita. Mi sforzo di trasmettergli i principi dei miei genitori. Il rispetto per la propria e la libertà altrui uniti ad un grande senso di responsabilità». Quale è il suo valore più grande? «Tanti. Ho comunque imparato sulla mia pelle a saper contare su se stessi».

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