Monica Guerritore tra fiction e cinema dopo la «Giovanna d'Arco» in teatro
Subito dopo si calerà in altrettanti intensi personaggi femminili in tutti e tre i generi spettacolari. Proprio lei, prima di lasciare Roma per Pescara, dove si svolgerà l'ultima tappa della tournee di «Giovanna D'Arco» di questa stagione, svela in una lunga riflessione a 360 gradi l'intima essenza della sua personalità di artista e di donna rivelando particolari inediti della propria filosofia sulla vita, l'amore, l'amicizia. La sua ultima interpretazione televisiva risale allo scorso anno, nella fiction di Raiuno «Amanti e segreti». In quali altri ruoli la rivedremo in Tv, al cinema ed al teatro? «Sto valutando la possibilità di calarmi nel ruolo di Ada Sereni, realmente esistita, moglie di un partigiano che, durante l'ultima guerra, fu imprigionato dai nazisti. La donna che riesce a salvare migliaia di ebrei dalla morte è la protagonista della miniserie in due puntate "Exodus" destinata a Raiuno. Le riprese di svolgeranno a Sofia, in Bulgaria. Mi spaventa soltanto l'idea di dover ripartire subito, in quanto il primo ciak è alle porte. Per il grande schermo è in cantiere un progetto targato Rai Cinema, un noir dal titolo "Il gallo è morto" la cui sceneggiatura scritta da Ugo Chiti, sarà pronta a fine luglio. Sul palcoscenico teatrale, infine, ho intenzione di portare, in futuro, gli ultimi anni di Eleonora Duse, una donna dalla pienezza drammatica che ha aperto la strada al teatro moderno». Come riesce prima ad immedesimarsi e poi a liberarsi della personalità delle tante eroine a cui presta il volto? «Di ognuna conservo la parte migliore che arricchisce prima la mia psiche poi la mia arte. Successivamente le dimentico, per far posto alle altre. Proprio come accade con gli amori, nella vita». A proposito, quale posto occupano, in una signora della drammaturgia come lei che vive in tante personalità, valori come l'amicizia e l'amore? «Innanzitutto il sentirmi in sintonia con il pubblico durante la recitazione mi esalta e mi convince della bontà dei messaggi che cerco di comunicare. È una forma gratificante di amicizia professionale. Sul piano personale sto attraversando un periodo felice. Il rapporto con il mio compagno Zaccaria, ex presidente della Rai, rappresenta un punto fermo, un solido pilastro a cui appoggiarmi per riconquistare, nei momenti difficili, la calma e la serenità. A lui mi unisce anche una comunione di ideali in un futuro migliore». Come definirebbe invece il suo ruolo di madre? «Le mie due figlie di 14 e 17 anni stanno diventando autonome ed è bello seguire la loro evoluzione. Mi considero una madre comprensiva che coniuga severità e complicità. Alle ragazze cerco di comunicare con il mio comportamento di donna normale in casa, la semplicità della vita. Io vivo già un'esistenza molto travagliata grazie ai drammi delle mie eroine, e cerco di compensarla con una quotidianità serena e tranquilla». Quali sono gli spunti in base ai quali seleziona i personaggi da interpretare? «La scelta è dettata da una personale esigenza di conoscerli più a fondo. Per carattere sono curiosa, avida di conoscenza e di letture, raccolgo libri e sensazioni, leggo testi che mettono in movimento la mia immaginazione e mi consentono di penetrare meglio l'intima essenza di quanto mi circonda». Come giudica la credibilità espressiva delle nostre attrici nella fiction televisiva? «La credibilità consiste nel far trasparire, grazie anche ad un solo movimento del volto, il rapido susseguirsi degli stati d'animo dei personaggi che si interpretano. Purtroppo ci sono attrici, ma più che attrici le definirei "pin up" o donne calendario, bellissime, che vengono molto sponsorizzate in Tv come al cinema, ma il pubblico non le segue perché avverte la loro freddezza espressiva». Dunque esistono ancora stereotipi femminili? «La Tv è piena di stereotipi femmini