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E tutto finisce in commedia

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Il «Giacomo» visto da Hallström è votato alla burla

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Casanova in commedia. Niente a che vede, perciò con il dramma funebre di Fellini, con la cronaca tenera di Comencini o con le parafrasi in vesti più moderne di Monicelli con Mastroianni. Non è comunque nemmeno quello «storico», anche se siamo a Venezia e siamo nel Settecento. C'è la sua idea, il seduttore; però molto è voltato in burla, quando non si inclina al cappa e spada e quando, tra travestimenti, equivoci, mentite spoglie e scherzi a ripetizione, non si scimmiotta un po' il teatro delle marionette (del resto citato in scena), con riferimenti, in alcuni snodi, a certe commedie da Goldoni ed anche, in una pagina in cui, una fanciulla si camuffa da avvocato per difendere il protagonista, addirittura al «Mercante di Venezia» di Shakespeare (e, più modestamente, a quello filmato da Radford). L'impresa se l'è assunta Lasse Hallström dopo il recente «Il vento del perdono» e, un po' prima, «Chocolat». Ha accettato gli scherzi, ha accettato perfino che il Casanova «vero», quello figlio di un'attrice, lascia, per seguire la donna che ama, la sua eredità di donnaiolo a un altro che continuerà le gesta scrivendone le Memorie. Consentendo al testo, scritto per lui da una sceneggiatrice Tv, di inventarsi personaggi di comodo, perfino quello di una bella fanciulla, poi amata da Casanova, che scrive con pseudonimo maschile libri protofemministi. Il risultato, però, anche se non si fa e non si può prendere sul serio, ha delle possibilità di divertire, sia quando la regia porta avanti l'azione come una specie di farsa (perfino con gente che si nasconde sotto i tavoli), sia quando i duelli e i tentativi sempre riusciti di Casanova di sottrarsi alle grinfie dell'Inquisizione le fanno privilegiare delle svolte avventurose, tra veri sfondi veneziani e costumi opulenti: con un colpo di scena finale che, prima del «tutti contenti», vedrà Casanova e la sua bella fortunosamente sottratti all'impiccagione proprio all'ultimo minuto. Di fronte a un Doge tutto contento, a un Inquisitore inferocito e a un finto cardinale giunto in tempo per l'ultima beffa. Portano avanti questi giochi, qualcuno anche seriamente, degli interpreti come Heath Ledger che, dopo il cowboy di «Brokeback Mountain», qui si inventa un Casanova ora frivolo ora innamoratissimo. Di fronte nei panni dell'ardita donna che amerà finalmente sincero, c'è Sienna Miller, nota soprattutto in Tv, ma vanno ricordati anche Jeremy Irons, un inquisitore da prendersi in giro, Oliver Platt, in un corpulento personaggio da caricatura, e Lena Olin (moglie del regista) che si unirà a lui nel finale in gloria. G. L. R.

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