Zard assicura «Il Dracula suonato dalla Pfm è un capolavoro»
Così definisce David Zard «Dracula», la sua ultima produzione, un'opera rock, che debutterà il prossimo 3 marzo al Gran Teatro, nella Capitale. E aggiunge: «Non metterei a repentaglio 40 anni di onorata carriera per qualcosa che non sia tale». Dracula è uno spettacolo, della durata di circa due ore, che si presenta come un kolossal per il quale l'organizzatore ha investito circa sette milioni di euro, una produzione record per la collaborazione a quattro mani di Flavio Premoli e Franco Mussida della Premiata Forneria Marconi per le musiche e ai testi di Vincenzo Incenzo. La scenografia promette di essere maestosa: ci saranno il Tower Bridge, Londra, il Tamigi, il cielo scuro solcato da fasci di luce e, naturalmente, lo spettrale castello. Da quello che si sa dello scritto, non saranno oscuri istinti e l'eterna maledizione a condurre le gesta di Dracula, bensì l'amore di Mina. Sarà un Dracula che invecchia e rinasce grazie all'amore. Un successo annunciato, quindi, per Dracula che ha riempito il grande schermo a partire dal film di Murnau del 1922, Nosferatu, che ha fatto parlare di sé anche grazie alla voce che il protagonista, Max Schreck, fosse un vero e proprio vampiro ingaggiato dal regista; fino al visionario Dracula di Francis Ford Coppola e al decadente Tom Cruise nel film di Neil Jordan. A teatro però non è consuetudine assistere alle gesta del principe dell'horror. La regia è affidata ad Alfredo Arias, i protagonisti scelti con oltre trecento provini. «Non sembrano debuttanti - afferma Zard - Hanno studiato recitazione e dizione per questa opera. Credo molto nelle nuove leve. Investi un giovane della responsabilità di lavorare ad un'opera importante e darà il meglio di sè. Mi hanno chiesto, spesso, se mai avessi pensato ad un volto "noto" come protagonista. Per me solo uno potrebbe farlo: Massimo Ranieri. Ha la classe e la cultura per il musical». Il perché, invece di un'opera rock lo racconta Premoli il compositore della Pfm: «Sono i linguaggi che usiamo da sempre. Tutte le composizioni si muovono attorno al rock. Ma la parola è solo un grande contenitore di suono e stili. Da tempo avevamo in mente la realizzazione di un'opera rock. Un tempo l'insieme delle fusioni orchestrali che prevedeva anche sconfinamenti con orchestre ed altri strumenti dell'orchestra moderna si chiamava Progressive. Nel nostro Dracula si trova tutto ciò». E Zard ironizza concludendo: «Soddisfatti o rimborsati, a chi non piace... ripagheremo il biglietto».