Salemme: e ora vi faccio ridere a teatro
..ancora» con lunga tappa da domani al 5 marzo al Sistina di Roma dove l'attore napoletano arriva per la prima volta. L'edizione rivisitata e aggiornata di un suo spettacolo ormai divenuto un cult, anche per aver anticipato la formula del reality show, aggiunge alla consueta vicenda della compagnia d'attori, rinchiusi in un teatro da una contessa mezza matta che li obbliga a rappresentare la vita, una serie di personaggi inediti, in parte proposti sul piccolo schermo, e un repertorio canoro che possa rendere omaggio alla tradizione musicale degli spazi scenici che in questa stagione ospitano l'allestimento. Soddisfatto dell'esperienza di «Famiglia Salemme Show» e pronto a tornare in video con un prodotto altrettanto valido, Salemme inizierà a giugno a girare il prossimo film natalizio diretto da Vanzina in compagnia di Massimo Boldi. Qual è l'aspetto vincente di «E la gente vuole ridere» che l'ha convinta a elaborare questa nuova versione rinnovata e arricchita? «La trovata di un evento contenitore più che di una commedia mi permette una notevole libertà inventiva. Quando ho immaginato la storia nel 1993 non esistevano ancora i reality show e in qualche modo ho previsto questo meccanismo. Tengo a precisarlo non tanto per rivendicare il brevetto dell'idea, poiché non sarei felice di guadagnare soldi grazie al copy-right di un intrattenimento che sta distruggendo il mio mestiere d'attore, ma per spiegare alla gente che le mie intenzioni di allora erano solo una provocazione». Cosa c'è di diverso da venire a vedere? «Quest'anno andiamo in teatri che hanno costituito la storia delle commedie musicali, come appunto il Sistina di Roma, e perciò dobbiamo correre incontro al cuore degli spettatori abituati alle luci e ai suoni di uno spettacolo ricco di sorprese. La struttura ricorda il varietà con i suoi numeri e io non sono il protagonista di una mia commedia, ma un fantasista che può evocare personaggi buffi, introducendo anche figure collaudate in televisione come il cuoco che è piaciuto tanto». Come archivia «Famiglia Salemme Show»? «Sono molto felice. C'è chi dice che poteva andare meglio, ma a me sembra che cinque milioni di telespettatori siano un successo. Nell'ultima puntata siamo risaliti di tre punti di share e, per essere la prima serie di una trasmissione senza nomi televisivi altisonanti, è un buon traguardo». Il piccolo schermo è lontano dal teatro? «In realtà ho individuato molte similitudini. Mi sono comportato come per un debutto e mi sono divertito da morire esattamente come a teatro. La televisione però dà una popolarità maggiore: per strada ti fermano tutti!». Le è rimasto nel cuore un momento speciale della sua trasmissione? «Sicuramente l'incontro con Sophia Loren: mi ha colpito per la signorilità, l'affetto e la generosità che ha saputo dimostrare non solo a me, ma a tutti gli italiani». T.D.M.