Oltre lo squallore solo fastidio
Città del Messico. Marcos, un uomo massiccio, barbuto, fa l'alza e l'ammainabandiera in una caserma agli ordini di un generale che l'ha incaricato di fare anche da autista alla figlia. La ragazza, però, è così disinibita che non solo, per il proprio piacere, va a fare sesso nei bordelli, ma lo fa, ampiamente, anche con lui che, a sua volta, lo fa, rumoroso, affannoso, ansimante, anche con la propria moglie, un donnone grassissimo, dalla carne flaccida e pronta, ad ogni mossa, a straripare. Con lei, comunque, ha fatto anche dell'altro, ha sequestrato un bambino ma non è riuscito a ottenere il riscatto perché il piccolo, per un incidente, è morto. Da qui un torvo rimorso che indurrebbe Marcos a costituirsi se la moglie non gli consigliasse di partecipare prima a un pellegrinaggio alla Madonna di Guadalupe frequentato lì da molti penitenti per la durata addirittura di tre giorni. Come preambolo a questo pellegrinaggio, Marcos va ancora a fare sesso, poi sgozza la sua patner, quindi, con cappuccio in testa e procedendo sulle ginocchia, si unisce ai penitenti in corteo. Mentre la polizia è sulle sue tracce... Si è scritto e diretto questa storia Carlos Reygadas che se l'è vista proporre la scorsa primavera al Festival di Cannes dove, qualche anno fa, era stata presentata la sua opera prima, «Japón», egualmente sconsiderata. Qui i personaggi non sembrano mai seguire procedimenti logici, a cominciare dall'omicidio finale. Il registra tende a mostrarli soltanto attraverso la loro, quasi sempre sgradevole fisicità, non esitando, senza alcun motivo narrativo, a cominciare e a concludere il film con una fellatio esibendo poi di continuo gli atti del sesso, gli organi per praticarlo e i corpi dopo che lo hanno praticato, con immagini tenute a lungo, con molta insistenza. Il tema che sembrerebbe pretendere un'attenzione maggiore, quel pentimento dopo la morte del piccolo sequestrato, ha invece poco spazio e si risolve in quel pellegrinaggio rappresentato quasi di sfuggita, senza il ben che minimo impatto corale. Forse certe immagini hanno un loro segno, nelle cifre di un voluto squallore ma, nonostante le possibili intenzioni del registra, non suscitano nessuno strazio. Solo sconcerto e, in più punti, fastidio. Sarà cinema anche questo, ma discutibile.