«All'amore assente», primo ciak
È «All'amore assente», secondo lungometraggio diretto e sceneggiato da Andrea Adriatico - già regista del piccolo caso cinematografico «Il vento, di sera», presentato nel 2004 al Forum del Festival di Berlino - e interpretato da Massimo Poggio, Francesca d'Aloja, Milena Vukotic, Tonino Valerii, Corso Salani ed Eva Robins (nella foto). Produce Monica Nicola per Cinemare, in collaborazione con Teatri di Vita, e il primo ciak sarà battuto oggi 6 febbraio, a Tresigallo, piccolo e rinomato borgo in provincia di Ferrara, ma le riprese coinvolgeranno per sette settimane anche altre location dell'Emilia Romagna: Bologna, Imola, Forlì, Castro Caro Terme e Reggio Emilia. Il film è ambientato in piena campagna elettorale e prende il via dalla scomparsa di Andres Carrera, ghost writer di un giovane politico rampante. Ad indagare sulla misteriosa sparizione è un Investigatore (Massimo Poggio) che, per far luce su quanto accaduto, non esita a farsi assumere, sotto mentite spoglie, nell'agenzia per la quale lavorava Carrera e diretta dalla moglie Iris (Francesca d'Aloja). Sulla sua strada incrocerà numerosi personaggi più o meno determinanti per la risoluzione del caso: una curiosa tassista (Eva Robins), che lo scorterà nelle sue ricerche attraverso la città, la madre ammalata di Carrera (Milena Vukotic), suo padre (Tonino Valerii), il suo assistente Edoardo (l'attore sarà scelto nei prossimi giorni) e il braccio destro di Iris, Carlo (Corso Salani). Sullo sfondo una città non ben definita e la pioggia incessante che accompagnerà il racconto per tutta la sua durata. «All'amore assente» si apre con un comizio elettorale e «non è un caso» chiarisce il regista, così come non è un caso la scelta di raccontare, anche se indirettamente, la figura di un ghost writer in crisi che a un certo punto decide di mollare tutto e sparire. «Prima di dedicarmi al teatro e al cinema ho fatto per anni il giornalista e mi ha sempre affascinato capire quello che c'è dietro le quinte. Ne abbiamo un esempio in questi giorni con i nostri politici che non fanno altro che parlare di confronti televisivi e lo studio di cosa dire diventa molto importante».