«Sex and the City è il mio desiderio»
Attualmente sto leggendo diversi copioni molto interessanti sia da parte della Rai che di Mediaset». Nel frattempo Maria Grazia Cucinotta che, divenuta produttrice, non disdegna la Tv come ospite, si sta dedicando, con la sua casa di produzione, ad una serie di progetti, di rilievo internazionale, che coinvolgono piccolo e grande schermo e prevedono una collaborazione intensiva, già iniziata, con la realtà cinematografica indiana di Bollywood. Ce ne parla lei stessa, che, rivendicando la propria italianità, si è definitivamente trasferita a Roma per consentire alla figlia Giulia di quattro anni, di poter crescere in un ambiente sincero, privo delle sovrastrutture ideologiche presenti, invece, a suo giudizio, in molte capitali estere. Dunque ha deciso di essere contemporaneamente attrice ed imprenditrice sia per il piccolo che per il grande schermo? «La recitazione resta un punto fermo nella mia carriera. La mia scommessa attualmente è calarmi in ruoli non solo drammatici, ma anche comici per la fiction di casa nostra. Nell'attesa con la mia casa di produzione "Italian Dream Factory", stipulata in modo che i progetti abbiano una immediata distribuzione a livello internazionale, ho siglato un accordo con Rai Cinema per la realizzazione di due lavori. Il primo sarà una vicenda dai toni da commedia all'italiana ed avrà un cast internazionale di attori in fase di definizione, il secondo, invece, è una pellicola dalle atmosfere più serie che, in fase di scrittura avanzata, arriverà sul grande schermo alla fine del 2006. Ovviamente le pellicole saranno visibili nelle sale cinematografiche internazionali, comprese quelle oltre oceano». A proposito, ha dunque rinunciato definitivamente ad Hollywood in un momento in cui la precarietà del cinema italiano spinge all'estero molti attori di casa nostra? «Io non ho nessuna voglia di americanizzarmi, come puntualmente accade quando si è chiamati a lavorare nella mecca del cinema mondiale. Voglio, invece divulgare il marchio del made in Italy all'estero sia nel settore cinematografico che televisivo, grazie alla popolarità conquistata. Dopo aver lavorato per 18 anni tra cinema e Tv ed avere interpretato solo per il grande schermo 40 film, credo di avere le carte in regola per fare qualcosa per il mio paese, pur senza rinunciare a me stessa». Dunque crede davvero che il cinema di casa nostra sia in crisi? «Purtroppo la cruda realtà è che di noi all'estero si parla soltanto per citare nomi dell'alta moda come Armani, mentre per il cinema l'unico personaggio noto è il bravo Roberto Benigni. Fortunatamente la recente candidatura all'Oscar del film "La bestia nel cuore" rappresenta il primo passo importante per l'affermazione di una rinnovata credibilità». E poi c'è Bollywood. Come mai è sbarcata in India? «Mi ha colpito la professionalità e la voglia di emergere di un numeroso gruppo di artisti immerso in una situazione in evoluzione simile a quella vissuta dal nostro cinema nell'immediato dopoguerra. La novità dei nostri accordi con Bollywood consiste nella realizzazione di pellicole scritte e sceneggiate da professionisti locali ma interpretate da attori internazionali, tra cui grossi nomi di Hollywood. Uno di questi progetti è in fase avanzata di scrittura. Si tratta di una commedia che, con i toni dell'ironia, porta in primo piano i più drammatici problemi di quella terra». In quale modo riesce a difendere la propria privacy? «Pur ritenendo molto gratificante essere un personaggio pubblico, per libera scelta non frequento i luoghi della mondanità. Cerco di far vivere mia figlia Giulia in un ambiente sereno, non turbato dal gossip ma soprattutto desidero che si inserisca nella vita vera che secondo me esiste solo in Italia, grazie al carattere della nostra gente». Il suo nome è legato anche ad iniziative benefiche. «Ce ne sono almeno tre che mi interessa