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«Che fatica fare insieme fiction e teatro»

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L'attrice debutta martedì al Cometa di Roma in un testo di Lidia Ravera

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In questo periodo l'attrice napoletana si sta dividendo fra teatro e televisione, assaporando il piacere di interpretare personaggi femminili dotati di una speciale levità nell'affrontare la vita con ironia. La scelta di confrontarsi per la prima volta con un testo contemporaneo, recitando da martedì al Teatro della Cometa di Roma in «Sorelle» di Lidia Ravera con la regia di Emanuela Giordano è infatti affiancata dall'impegno di incarnare la vivace caposala del reparto maternità della fiction ospedaliera «Nati ieri» che verrà trasmessa in 27 puntate da Canale 5 con Sebastiano Somma e Vittoria Belvedere. Dopo tanti ruoli drammatici sulla scena e la partecipazione al filone spirituale del piccolo schermo, formato dalle biografie di Santa Rita, Don Bosco e San Pietro, le sembra proprio arrivato il momento di offrire un'immagine inedita di sé, in attesa di debuttare a marzo in «Vivo nel fuoco», omaggio all'opera e alla vita della poetessa russa Cvetaeva di Beppe Menegatti in armonia fra musica, danza e recitazione con note di Sostakovic. La passione per l'arte di contaminare parola e canto non abbandona comunque Lina che sta anche promuovendo l'uscita imminente del suo dvd «Cuore mio», tratto dall'omonimo spettacolo, prima di partire per un concerto in Cina e di articolare un ulteriore progetto musicale in una tournée italiana e internazionale. Perché ha deciso di lavorare in «Sorelle»? «È una storia autobiografica scritta da Lidia Ravera dopo la morte di una sorella di quattro anni più grande, scomparsa a causa di un tumore. Tocca a me restituire questo personaggio, mentre Patrizia Zappa Mulas darà vita in teatro all'autrice. Confessioni in grado di mettere a nudo queste due donne ricostruiscono per flashback e spostamenti dal passato al presente la complicità della sorellanza, parlando della morte incombente quanto della speranza nella vita. Per me significa l'occasione di misurami con una scrittura contemporanea e con un personaggio non classico». Come si è calata in questa figura femminile di oggi? «Toccando temi molto profondi, ho privilegiato la strada della leggerezza per acquisire anche una nuova dimensione espressiva. È interessante trovarsi a contatto con una persona così vicina a noi e per la mia carriera d'attrice è un passaggio importante, un cambiamento che avevo desiderio di provare». Ha mai vissuto un legame simile a quello delle due protagoniste? «Ho un fratello più grande che amo molto, ma il nostro rapporto è alimentato da forte pudore e non è troppo familiare, in linea con l'usanza napoletana di tenere ben distinti l'universo maschile e femminile. Siamo cresciuti mantenendo separati i nostri mondi pur volendoci bene. La mia vera sorella è stata mia madre. C'è però un'amica con cui ho un confronto abituale così schietto e sincero. Per me è la persona con cui posso ridere e parlare di tutto». Si trova a suo agio nell'alternare il palcoscenico e la fiction «Nati ieri»? «È un'esperienza nuova in quanto non ho mai amato molto la televisione, nutrendo un sentimento piuttosto snobistico nei riguardi del mezzo mediatico e soprattutto della ricezione distratta dei destinatari. In questo caso però mi sto appassionando: sono una caposala che il primario, interpretato da Sebastiano Somma, chiama per affiancarlo nel sistemare un ospedale che non funziona bene e per migliorare le condizioni dei pazienti. Pur avendo perso un bambino e non potendo più averne, dimostro uno spirito allegro e brillante e comando il reparto maternità con simpatia. Sono un riferimento forte e tenero per gli altri e indosso il sorriso di chi capisce e va oltre la realtà in un'atmosfera corale dominata da storie d'amore. Stiamo girando un prodotto ben curato con frequente ricorso al piano sequenza che è il mio preferito. Correre dal set al teatro mi sfianca, ma ne vale la pena».

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