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Addio a Nam June Paik padre della video-arte

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Paik era paralizzato dal 1996 ed è morto per cause naturali nella sua casa di Miami in Florida. Uno dei primi artisti a riconoscere le potenzialità dei media elettronici e della loro influenza sulla cultura e sull'economia, Paik era nato a Seul nel 1932: aveva vissuto a lungo a New York, dove aveva il suo atelier-studio. Dopo aver compiuto studi di estetica, storia dell'arte e musica all'Università di Tokio si era stabilito in Germania dove nel 1958 aveva conosciuto John Cage, David Tudor, Gorge Maciunas, Joseph Beuys e Karlheinz Stockhausen. Era entrato subito a far parte di Fluxus: le prime esperienze di video arte si svilupparono, appunto, all'interno di questo movimento artistico nato in America nei primi anni della Guerra Fredda e trasferito nel Vecchio Continente, un movimento impegnato a togliere importanza all'oggetto artistico per darla invece alle situazioni, allo spettacolo. Dal 1960 in poi Nam June Paik si spostò freneticamente tra New York e Berlino, Parigi e Londra, vivendo in prima persona il concetto di mobilità come stimolo alla vita. Aveva cominciato nel 1963 a lavorare con i tubi catodici. Paik aveva lavorato anche in Italia: famose le sue installazioni a Asolo nel '91 e a Roma al palazzo delle Esposizioni nel '92.

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