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Leroy: «Io, attore anomalo»

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L'artista si ispira a Salvo Randone e non ama Vittorio Gassman

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Il mio modello è la grande naturalezza della recitazione di Salvo Randone e non certo l'eccesso e le esagerazioni di Vittorio Gassman», afferma Philippe Leroy, appena tornato in scena con «The LooKing-Glass», un testo che ha vinto il premio Flaiano, scritto e diretto da Leonardo Petrillo, in cui crede molto, tanto che ne è anche cooproduttore. Il lavoro, che ha debuttato al Comunale di Formello e arriva a Roma al Teatro dell'Orologio da mercoledì 1 febbraio, dove si replicherà per oltre un mese, propone la storia di un attore di grande prestigio che si scontra sulle idee e il modo di dedicarsi al teatro con alcuni giovani colleghi. Ognuno infrange illusioni e certezze dell'altro. «Tanto le mie idee personali sono simili a quelle espresse dal personaggio, che considero questo spettacolo un po' il mio testamento e sto pensando, terminate le repliche, di ritirarmi e chiudere definitivamente con questo mestiere», aggiunge Leory. L'attore lo dice sottolineando che «nel cinema non vi sono più grandi maestri con cui lavorare, e le fiction proprio non mi vanno più giù, anche se, per amicizia verso Cinzia Torrini, sono apparso, divertendomi, in "Elisa di Rivombrosa"». Gli paiono lontani i tempi in cui in tv fu Leonardo da Vinci e poi lo Janez di Sandokan: «Quando ero arrivato in Italia non mi passava proprio per la testa di fare l'attore: sino allora avevo visto non più di due film in vita mia e avevo casualmente recitato in una volta in una compagnia amatoriale in Francia. È lì che mi aveva visto e conosciuto Vittorio Caprioli, che, reincontrato a Roma a Piazza del Popolo, mi coinvolse nella lavorazione del suo primo film "Leoni al sole". Ma la svolta vera arrivò nel '72 con il Leonardo di Castellani e poi con Sandokan». Sostiene di essere «non teatralmente corretto. Perchè inseguo una mia strada personale, mettendomi in gioco sino in fondo». Quindi ecco la scelta di puntare su una piccola compagnia, su teatri minori, su un testo italiano contemporaneo, «ma bellissimo, che non riusciva a trovare qualcuno disposto a rischiare». «The LooKing -Glass» è teatro nel teatro, col protagonista che sta provando uno spettacolo shakespeariano con giovani allievi, cui cerca di trasmettere non solo la sua arte, ma anche la sua filosofia di vita.

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