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Urlezaga, una nuova stella vola sul palcoscenico

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Formatosi alla scuola del Teatro Colón di Buenos Aires e in quella del New York City Ballet, dal 1993 è primo ballerino al Colón e dal 1996 nel Royal Ballet di Londra. La stella di Iñaki Urlezaga svetta ormai in America-latina, Usa, Europa, Giappone, dove ormai danza con la sua compagnia Ballet Concierto, che si esibisce anche al Teatro Colón con calendario non-stop. Iñaki, rispetto alla sua scuola d'origine cosa ha appreso dagli ambienti di New York e Londra? «Nel New York City Ballet ho incontrato il Maestro Williams, il migliore della mia carriera per la precisione della tecnica: poi a Londra ho avuto la fortuna di avere un direttore fantastico, Anthony Dowell, che ha seguìto la mia crescita spingendomi sempre ad esprimere ciò che avevo dentro, che è quello che io chiedo oggi ai miei ballerini». Per la scioltezza di movimento che caratterizza lei, ma anche illustri suoi connazionali, Julio Bocca, Maximiliano Guerra, Ruben Celiberti, deve ringraziare la struttura fisica dei latino-americani? «Devo ringraziare solo mia madre e mio padre. Non credo che esista una struttura fisica particolare degli argentini per la danza, a parte la nostra bellezza tipologica!». Quali sono gli aspetti più importanti della danza maschile? «L'eleganza innanzitutto. Poi il modo di essere sulla scena, quello che noi chiamiamo "la presenza", perché cattura lo spettatore: e solo dopo la cosiddetta "bravura", la tecnica». Lei ha danzato con Sylvie Guillelm, ne "La Bella Addormentata" al Teatro Reale di Madrid nel 1997: come si è trovato col tecnicismo di questa celebrata ballerina? «Sylvie non è altro che perfetta. Ha qualcosa che va al di là del modo naturale e umano di essere». Cosa preferisce nell'interpretazione di Nadia Muzyca, prima ballerina del Colón di Buenos Aires e partner nel "Don Chisciotte"? «È amabile, danza con spirito e personalità naturale: inoltre non recita, è spontanea, innocente. È così giovane che non può pretendere nulla sulla scena». Come mai, Iñaki, ha scelto il "Don Chisciotte" per la tournée italiana? «Il mio Basilio, nel balletto "Don Chisciotte" che ho rimontato da Petipa mantenendovi tutti i più impegnativi passaggi e difficoltà, è famoso nel mondo: non poteva esserci scelta migliore per questa tournée. Però nella prossima presenterò sia capolavori classici come "Giselle", sia pièces del repertorio della mia compagnia, specie "Apollo y sus Tias", ironica coreografia di Oscar Araiz. Sono contento del pubblico italiano: sono tutti latini e mi sento simile e legato a loro».

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