Tutti gli orrori dell'Olocausto senza retorica
IN OCCASIONE della Giornata della Memoria, oggi 27 gennaio, oltre all'importante film ungherese «Senza destino», esce nelle nostre sale il bellissimo documentario di Mimmo Calopresti, produttore esecutivo Steven Spielberg, realizzato nell'ambito delle iniziative del Shoh Foundation Institute per ricordare, in tutto il mondo, gli otto milioni di ebrei sterminati dalle barbarie naziste. Si sono registrate finora 52.000 testimonianze di sopravvissuti in 56 Paesi e in 32 lingue. Per l'Italia Calopresti ha scelto, negli archivi della Fondazione, nove lunghe interviste a ebrei italiani che avevano conosciuto l'orrore di Auschwitz, montandole alternativamente secondo le varie tappe del loro tremendo itinerario. Dopo un preambolo, così, che con materiale di repertorio documenta l'infame discorso di Mussolini a Trieste nel '38 in cui, di fronte a una folla plaudente di camicie nere, annunciava le vergognose «leggi razziali», comincia ad ascoltare via via i nove, ciascuno con esperienze personali diverse, tutti però secondo gli stessi passaggi obbligati. Prima, cioè le retate, poi la deportazione su vagoni blindati, quindi, di seguito la separazione dalle famiglie, l'arrivo ad Auschwitz, la disumanità totale della pseudo vita al suo interno. Fino al quasi miracoloso arrivo dei militari alleati, con l'inattesa e non più sperate liberazione. A questi ricordi, detti con voci sicure da persone ormai anziane che in qualche momento non possono trattenere le lacrime, vengono accompagnate per illustrare via via le testimonianze di ciascuno, delle immagini terrificanti dei forni crematori, delle fosse comuni, delle facce scheletriche di questo o quel gruppo di deportati. Riuscendo a comporre un ritratto intensamente coinvolgente di una realtà patita oltre ogni possibilità di resistenza, senza cedere mai un solo momento alla retorica, anzi con una asciuttezza nei racconti con un preciso alternarsi delle tragiche esperienze comuni che solo ogni tanto alla commozione concede di farvi vibrare note laceranti. Con un senso meditato del cinema, nell'impostazione, negli sconvolgimenti, e contemporaneamente con un profondo, partecipe rispetto della verità. Anche quando è indicibile. Il film, per il Progetto della memoria intitolato «Noi ricordiamo», a cura del sindaco Veltroni è offerto in visione a 1500 studenti delle scuole superiori di Roma. Io mi auguro, però, che grazie alla distribuzione nelle sale ad opera della nostra sempre più benemerita «O1», sia visto da tutti, adulti e giovani. Perché o si impari o non si dimentichi.