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A DUE anni da «Perle», Gianna Nannini torna con «Grazie», un disco «molto crudo, di suoni veri, che si ...

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La Nannini è un'artista che non si è mai arresa all'omologazione culturale: «Seguo lo stato d'animo del momento. Ho scelto Malone, che ha appena finito il disco di Richard Ashcroft dei Verve. Lo conoscevo dai tempi di "Cuore", perchè volevo proseguire il discorso di "Perle", con un'orchestra d'archi e le chitarre. Può sembrare semplice, ma non lo è, le chitarre non devono mai dare fastidio agli archi. Era una scelta sicuramente alternativa a quello che era il mercato in quel momento. Soprattutto per l'uso del computer, utilizzato solo per la registrazione del suono, non per la manipolazione degli effetti. Quindi, rispetto delle canzoni, non come succede spesso, che uno fa il produttore di dischi per far sentire quanto è bravo in studio». La melodia è una costante dei suoi lavori: «"Grazie" sembra una "Fotoromanza" di quest'epoca. Ormai è cambiata un po' la situazione, sono influenzata da sonorità molto crude che ho sentito in giro, per cui molti suoni di chitarra li ho fatti io». E Malone «è l'elemento fondamentale di questo disco, essendo un saggio del rock&roll. Lui è uno che arrangia in diretta». La musicista senese ha inserito anche una canzone dedicata al padre. L'ha scritta quando «stava male - racconta - Inizialmente si chiamava Requiem. Poi c'ho messo due corna. Quando è stato meglio, ho cambiato il titolo in "Babbino caro", nella tradizione pucciniana. È una canzone di grande sentimento nei suoi confronti. Con lui ho avuto un rapporto molto conflittuale, ma anche di intesa». Riconfermata anche la collaborazione con Isabella Santacroce. Con la scrittrice pulp firma «Possiamo sempre», pezzo rock sul libero arbitrio, con le chitarre di Fausto Mesolella degli Avion Travel e Davide Tagliapietra. «L'abbandono» è un invito ad abbandonare paure e inibizioni. La splendida «Grazie», una ballata d'amore, è il fulcro concettuale del disco. Il tour parte il 19 febbraio da Firenze, sarà «fra il rock pesante e l'acustico scarno, basato sui contrasti, un pò come sono io».

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