Perché Mara è caduta sulla rissa
La telerissa di Domenica in ha lasciato il segno. Mara Venier è finita dietro la lavagna per una settimana. Una squalifica ingiusta? Meritava uno stop più lungo. Vi spieghiamo perché. In primis ha dimostrato di essere una conduttrice non all'altezza. Non ha saputo gestire la situazione. Ci sembra professionista troppo smaliziata per non immaginare che certi ospiti siano in grado di trasformare lo studio in un ring. Inoltre la sua difesa è sembrata troppo superficiale. Nessuno ha confermato i battibecchi nei corridoi tra Pappalardo e Zequila prima della trasmissione. Anzi, qualcuno li ha visti parlarsi in un orecchio negli attimi precedenti la diretta. I due sono stati ricevuti dalla Venier per tutta la settimana. Sembravano angioletti. Mara, non va dimenticato, fa parte del pool degli autori del programma ed è proprio lei che decide chi debba partecipare alla trasmissione. Dopo un avvio sprint, con ospiti di qualità, che hanno disintossicato il suo pubblico dalla dipendenza da trash, è finita per ricadere nel tunnel dell'ipocrisia. E in poche settimane siamo passati dalla Ventura a Zequila. Seppure gli ascolti abbiano tenuto bene, in queste ultime puntate Domenica in ha perduto quel bollino di qualità che l'intera squadra, dal Pippo nazionale a Giletti, da Del Noce al capostruttura Liofredi aveva meritato. Peccato. Perché la rissa in diretta non appartiene al nuovo corso della Rai, quello destinato a riportare i grandi classici del passato: da Rischiatutto a Portobello. Anche per questo Mara meritava una pena più severa. Tuttavia, la trasmissione non andava interrotta, come è stato detto. Tra l'altro lo studio non era pronto ad anticipare la scaletta. Ci sarebbero stati 20 minuti di intervallo. Gli ascolti sarebbero inesorabilmente crollati. Che cosa accadrà ora alla Rai? Le nuove nomine dei quadri slitteranno a tempi migliori. Per ora c'è da decidere sul caso Santoro. Il consiglio d'amministrazione dovrà esprimersi sulle tre puntate previste a marzo, in piena campagna elettorale. M.Cas.