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Negli spot dopo l'era di miss e letterine arrivano ballerini platinati, scimmie, mostri

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Soprattutto quella fisica. E femminile. Più i protagonisti degli spot sono brutti e ridicoli, più fanno breccia in un pubblico che si identifica in questi stereotipi, simpatici e divertenti. Che magari ricordano il vicino, l'amico, il compagno di classe, e perché no, il capufficio. Che rappresentano le debolezze degli altri. Delle quali piace a tutti ridere. La sola Vodafone continua imperterrita a girare intorno al mondo di Megan Gale. Molte grandi aziende, non solo nel settore della telefonia, hanno puntato su altri orizzonti. La commedia italiana, rispolverata dal talento creativo della Mortaroli & Friends, ispiratrice del grande Christian De Sica per Tim e della coppia Bonolis-Laurenti per Lavazza. Protagonisti di spot molto divertenti, le cui battute-tormentone sono entrate nel gergo di tutti i giorni. La fantasia estrema che vede volare i correntisti di una certa banca, o automobili che si trasformano in robot. Di tutt'altro aspetto invece il filone scelto dalle aziende impegnate nella telefonia fissa, che dal fatidico giorno della chiusura del vecchio 12 si sono date battaglia (anche legalmente) per conquistare il primato. Il comun denominatore di queste pubblicità sono testimonial brutti e ridicoli. Dai due ballerini un po' Carrà un po' Japino dell'892.892, allo scimpanzè del 12.40 che dopo aver visto in tv uno strano conduttore che gira la ruota della fortuna prende tra le mani l'elenco delle pagine bianche. Per finire ai pelotti, quei pupazzi tipo Muppets Show, che cantano "Non c'è 12 senza 88" con la voce calda di Bobby Solo. Ma ci sono anche l'892.412, il 12.54, il 12.66, il 12.99, il 12.77 e altri. Tuttavia, dopo un battage che ha visto tutte queste aziende tempestare di numeri i poveri utenti, si può affermare che i due ballerini dell'892.892, brutti e truccati come pochi, sono tuttora indimenticabili. Addirittura sono diventati una maschera carnevalesca. In molte classi bambini e genitori si stanno attrezzando. Quest'anno Zorro e Cenerentola dovranno vedersela anche con loro, trasversali anche tra i sessi. Infatti saranno sia le bambine sia i bambini a vestirsi come i due ballerini. Due professionisti, stimati e vincenti. Marco Bebbu e Filippo Buccomino. Il primo veterano dei musical italiani, tipo Sette spose per sette fratelli, Jesus Christ Superstar e la Febbre del Sabato sera. Il secondo campione italiano di boogie woogie e di swing dance. Magri, ambigui, in tutine attillate rosso fiamma, all'inizio dei loro spot in molti li avevano scambiati per Enzo Paolo Turchi allo specchio, il marito di Carmen Russo, che di ritorno da un'isola sperduta o da un pianto isterico, aveva finalmente ritrovato la voglia di ballare. Ma dentoni, baffi e lineamenti così ben delineati li avevano resi subito inconfondibili. Brutti, ma indimenticabili. Alla Pussa via brutta bertuccia, tanto per citare Albertone. Ma "Il Numero", la società italiana satellite del gruppo americano Infoxx, con questa pubblicità ha fatto centro, anche se è stata denunciata da Telecom per aver lanciato il suo servizio 892.892 con una campagna che, a giudizio della stessa Telecom, era un po' troppo «rossa». Cioè dello stesso colore sociale utilizzato per il logo, le cabine telefoniche e anche per le auto aziendali di Tronchetti Provera. Contro i ballerini un po' svitati il 1288 ha scelto dei pupazzi altrettanto bizzarri per una campagna, realizzata dall'agenzia D'Adda, Lorenzini, Vigorelli, Bbdo, che si avvale della voce inconfondibile di Bobby Solo. I due simpatici "pelotti" sono stati scelti per le loro rotondità che ricordano i due 8 da digitare dopo il 12 per ricevere informazioni su abbonati e aziende. Anche i due pupazzi rossi (simpatici, ma non certo di bell'aspetto) sono entrati nella vita quotidiana del telespettatore. Li abbiamo visti affrontare delle gare; in pigiama davanti alla tv; comodamente seduti sul divano; in versione natalizia; andare in canotto. Praticamente esiste un pelotto per ogni stagione. Tutti personaggi simpatici che attirano il cliente, il qua

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