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Ron: «Vado a Sanremo per aiutare la ricerca»

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Ron sarà all'Ariston per la quinta volta, ma quest'anno per una causa importante: sensibilizzare l'opinione pubblica e raccogliere fondi per trovare una cura a questa terribile malattia. Dopo la compilation benefica «Ma quando mi dici amore», i cui proventi sono devoluti all'Aisla, al Festival Ron porterà una canzone che «deve in qualche modo colpire l'inconscio della gente che guarda quel festival». È «L'uomo delle stelle», che Ron non ha scritto per Sanremo ma per il «nuovo Bocelli», ovvero John Groban, 25enne tenore che in America ha venduto 10 milioni di dischi. «Credo molto in questa canzone - spiega - Se vado a Sanremo, ci vado solo con un pezzo che mi piace molto. E infatti credo di aver vinto il festival nel '96 (in coppia con Tosca) con una bella canzone, che ha lasciato un segno, al di là di Sanremo». «L'uomo delle stelle» è una ballata che, spiega, «trovo anche molto sanremese. Mi hanno chiesto un brano in italiano per questo giovane. L'ho scritta e ho detto "ma che bella canzone!". Probabilmente se avessi pensato a Sanremo avrei scritto un'altra cosa, mi sarei intimidito, e mi sarei scoperto meno. È un pezzo molto popolare. Dovevo scrivere per un tenore, per cui Puccini, che amo molto, viene fuori, ed emerge la nostra tradizione che, guarda caso, si sposa con Sanremo». Il debutto a Sanremo risale al 1970, quando cantò con Nada «Pa' diglielo a ma'». «Seppi di dover andare al festival su un treno che mi portava a scuola. Incrociai un amico sui binari che mi disse che mia madre mi stava cercando perchè mi volevano al festival. Non avevo neanche 17 anni e Sanremo era una delle poche cose che c'erano per poter fare questo lavoro. Ero uno studente sconosciuto a Pavia e dopo un mese non potevo camminare per strada per la notorietà» Ron è uno degli artisti italiani che ha sempre amato collaborare con i colleghi. L'ultimo esempio è «Ma quando dici amore», raccolta di duetti con Baglioni, Zero, Jovanotti, Bersani, Bertè, Ang Gun, Carboni, Consoli, Dalla, Elisa, Lavezzi, Nicky Nicolai, Stefano di Battista, Raf e Tosca. «Hanno condiviso con me la gioia di cantare mie canzoni e di aiutare una causa dandole visibilità e altro denaro. E non è finita. Per questo vado a Sanremo. Continuo questa battaglia perchè il mio migliore amico, un medico straordinario, si è ammalato. È una malattia che ti dà pochi anni di vita, e per ora non c'è speranza di curarla». Come ti senti rispetto alla gara? «Sono molto tranquillo - risponde - perché non mi sento solo su quel palco. Il mio amico sarà là. Ha una grande dignità. Ha 48 anni, tre figli, una famiglia meravigliosa. È sulla sedie a rotelle, può solo parlare. Questo ci ha portati a combattere insieme: lui ha trovato forza in me, ma io ho trovato forza in lui. Solo chi è direttamente coinvolto può capire. Ti scatta un sentimento di impotenza totale. Ecco perchè Sanremo e la compilation».

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