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Arriva Bozzetto con i «Cosi» anni '50

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Seguono «Rat-Man» di Leo Ortolani, tratto dal noto fumetto, e «Arturo e (il) Kiwi», di Andrea Zingoni, l'inventore di «Gino il pollo» che presto apparirà su Raitre. Stamattina, a chiusura del Future Film Festival di Bologna, i tre autori hanno presentato le loro novità. Per rendere più surreali i personaggi della sua nuova serie di 26 puntate da 5 minuti ciascuna, Bruno Bozzetto ha utilizzato il codice di programmazione al computer Flash. «I "Cosi" sono creature con forme geometriche che hanno solamente gli occhi per esprimersi - ci ha spiegato Bozzetto, che nel '91 ottenne la nomination all'Oscar per il corto "Cavallette" - Dopo averlo sperimentato nel '97, mi sono servito stabilmente del programma elettronico Flash e mi sono divertito a far muovere questi personaggi come piace a me, con strappi e balzi. In un certo senso, tagliando le gambe ai "Cosi", sono ritornato agli anni '50 e '60, quando le animazioni erano limitate a una sola parte dei disegni, un braccio, una mano, eccetera. Nel mio caso, serviva che i personaggi recitassero con gli occhi, ma se dovessimo animare Biancaneve il Flash la limiterebbe troppo e il personaggio ne soffrirebbe». Chi sono i «Cosi»? «Premetto che si tratta di un'animazione per bambini, benché io sono un autore che in genere ama rivolgersi anche agli adulti. I "Cosi" sono 16-17 personaggi in 3D che vivono nel Cosakistan: c'è il padre, la madre, il bambino, la bella, la tedescona rigida, eccetera. Insomma, sono un microcosmo dove, ogni tanto, passa un umano (raffigurato soltanto da un piede) che perde un oggetto: una penna, una radiolina, degli occhiali, un telefonino. La storia di ogni episodio si sviluppa sull'interpretazione che i "Cosi" danno dell'oggetto che trovano. Le sceneggiature sono di Valentina Mazzola e al Maga Animation Studio di Monza stanno ultimando i calcoli e l'inserimento musicale degli ultimi 13 episodi. La serie è stata prodotta dalla società Animation Band e sarà pronta a febbraio, ma non so ancora su quale rete Rai sarà trasmessa». I Cartoons italiani possono competere con quelli stranieri? «Nei crediti dei grandi film americani si leggono sempre più spesso dei nomi italiani. E questo fa ben sperare. Penso che per avere successo anche all'estero l'italianità dei nostri Cartoons vada circoscritta agli ambienti, alla musica e ad altri dettagli, mentre le storie dovrebbero essere globali, facilmente comprensibili in qualsiasi latitudine». Qual è il suo personaggio preferito? «Dei miei personaggi sono particolarmente legato al "Dottor Rossi", perché me lo ritrovo sempre intorno. Adesso, è protagonista della striscia di un giornale. Più in generale, il mio preferito è Paperino». Pensa che Disney sia il papà di Cartoonlandia? «Certamente. Molti colleghi lo detestano, ma per me ha contato molto, mi ha ispirato tantissimo, almeno fino a film come "Tarzan" e "Il libro della giungla". Quando c'era lui, alla Disney erano attenti anche ai personaggi minori che, mi hanno raccontato, mimava lui stesso. Adesso, forse, c'è meno perfezione e curano solo i protagonisti delle storie». Pao. Cal.

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