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Arriva la sua ultima commedia sulle sventure di una donna che ristruttura la casa

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Dovendo ristrutturare il suo appartamento, la signora decide di affidarsi ad un giovane architetto colombiano, al quale ha fatto ottenere i documenti, e ad una squadra di operai suoi connazionali più o meno clandestini e non troppo specializzati. Il film con una briosa Bouquet, che danza e supera tutto con un esagerato sense of humour, affronta il dramma dell'immigrazione cercando di trasformare la tragedia in commedia, spesso però con molte forzature e stereotipi nella caratterizzazione dei personaggi: come il piastrellista napoletano (Aldo Maccione) che si definisce un artista, o un incredibilmente avvenente vicino di casa, interpretato da Hugh Grant. Madame Bouquet, perché ha deciso d'interpretare un ruolo comico? «Si può parlare di una cosa grave con leggerezza, facendo ridere: è la maniera migliore di farlo perché non fa paura alla gente. La commedia è la cosa più difficile da fare, deve avere una meccanica precisa come un orologio, ed è raro trovare commedie che dicano cose profonde. Le difficoltà sono state solo quelle sul set: abbiamo demolito e rifatto dal vero un appartamento, giorno dopo giorno, vivevamo in mezzo ai calcinacci. Tra poco dovrò anche io ristrutturare la mia casa e sono terrorizzata: i miei figli, uno di 18 e l'altro di 24 anni, sono andati via di casa e io mi trasferirò». Nel film, ha espresso pure il suo amore per la danza, è stato difficile? «Non sono adatta a ballare l'hip hop, non ho l'atteggiamento, nè il corpo adatto per farlo e allora mi sono ispirata ad un personaggio della commedia dell'arte, che balla come un clown. Altrimenti avrei fatto solo ridere». Come va la sua azienda enologica, a Pantelleria? «Ho abbandonato l'attività di ristoratrice, che seguivo con Depardieu, e ora mi sto dedicando alla mia terra siciliana, dove vado una volta al mese: produco del vino, che verrà messo in commercio ad agosto col nome di Sangue d'oro, dell'olio e dei capperi. Mi piace fare la contadina, aver messo le radici adesso, all'età di 48 anni, a Pantelleria mi sembra di essere a casa. Non ho mai avuto delle vere e proprie radici, occuparmi della mia terra non è un'attività, è tutta la mia vita, mentre fare l'attrice è il mio lavoro. Dell'Italia amo il Sud, il Mediterraneo e i colori di Roma dove, dal Campidoglio, in un solo colpo d'occhio vedo tutta la mia cultura e questo mi rassicura. Non ho mai avuto fidanzati italiani perché sono pericolosi, meglio amare tutto il Paese». Qual è il più bel complimento ricevuto da un uomo? «Quello di amarmi». Ha già pensato ai suoi prossimi progetti? «Ancora commedie. Anche se non ho sempre la grinta e il sense of humour dei miei personaggi. Lavoro per un'associazione che si occupa di bambini figli di immigrati ed è difficile trovare un giusto atteggiamento e le banlieues in fiamme dei mesi scorsi, sono la prova di questo. Dopo aver fatto l'errore di costruire interi quartieri per relegarci gli immigrati, ora non possiamo meravigliarci se loro non si integrano nella nostra cultura».

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