E Pinter cerca conforto nei consigli di Proust
È la riflessione che Vittorino Andreoli - una vita di lavoro di scavo psicologico fra gli adolescenti - pone a monte di questo testo/vademecum, «Lettera a un insegnante» (Rizzoli, 9,50 euro), in cui prosegue un discorso didattico già iniziato agli albori del duemila con «missive» ai ragazzi e alle famiglie. Ora, l'indice è puntato verso quel luogo protetto, la scuola e i suoi protagonisti, in cui i giovani provano ad aprire le ali verso i cieli della vita. *** Di tanto in tanto, stritolati dal vitale quotidiano, si sente il bisogno di fermarsi fra la frescura dei boschi, nel soffio della natura: nessuno può aiutarci e guidarci meglio degli antichi, greci soprattutto: questa deliziosa «Antologia Palatina» (Utet, 95 euro), si che prende per mano e aiuta, tanto, perché la guida è affidata a gente come Callimaco, Asclepiade, Meleagro, Leonida: ecco allora che il viaggio bucolico si sviluppa e si concentra sulla discriminazione di un fiore e sul racconto della situazione interiore che ci convince al delizioso confronto con la foglia, il ramo, tutto. *** Harold Pinter, fresco di Nobel per la letteratura conquistato l'anno scorso, torna nelle nostre librerie con una ricerca di Roberto Canziani e Gianfranco Capitta, intitolato significativamente «Harold Pinter, scena e potere» (Garzanti, 14,50 euro), in cui si studia non soltanto il carattere innovatore del teatro pinteriano, ma anche e soprattutto il drammaturgo «segreto» quello che resta dietro le quinte, e dal buio del proscenio chiuso riflette su uomini e cose, sulla società, con strumenti conoscitivi che gli vengono offerti nientemeno che da Marcel Proust, di cui il nostro è un accanito tifoso e studioso. *** Sempre in viaggo di andata e ritorno fra romanzo e saggio, Grazia Livi torna in libreria con un testo a metà strada fra l'una e l'altra scelta, «Lo sposo impaziente» (Garzanti, 14 euro), che poi altro non è se non l'inquietante viaggio di nozze fra un gigante che si chiama Tolstoj e una ragazzina, Sof'ia, innocente e attratta da questa avventura così smisurata per le sue capacità di confronto, Il romanzo/saggio racconta il viaggio, prima notte, con accenti di lieve scrittura, come di chi si accosta ad una vicenda al limite della ragione con la sensibilità di chi vuol capire e far capire a chi legge. *** È ancora tutta da studiare la vicenda di tante donne all'interno del regime comunista, dominato da un acceso maschilismo: se poi il centro dell'avventura di cui si parla in «Il paese dove non si muore mai» dell'albanese Ormela Vopsi (Einaudi, 10 euro) è Tirana e dintorni, e la voce narrante è tanto schietta e serena da riferire, con il massimo potenziale di fedeltà, i suoi amori, il padre prigioniero politico, tante traumatiche vicende femminili, allora questo romanzo diventa una denuncia inedita dopo l'approdo in Italia, con un pizzico di ironia che rende i fatti narrati ancora più drammatici e veri. *** Dopo aver raccontato la doppia vita di Verneer poco più che un anno fa, e un precedente testo la vita «scriteriata» di Lombroso, Luigi Guarnieri se la prende questa volta con il grande Rembrandt, con un romanzo/inchiesta, «La sposa ebrea» (Rizzoli, 17 euro),che parte da una domanda non soltanto storico/tecnica: chi sono i due amanti ritratti nella Sposa Ebrea, appunto fra i più misteriosi del grande artista? Attorno a questo mistero insondabile, Guarnieri costruisce un reticolo suggestivo e di forti emozioni, senza che la tensione cancelli un velo di ironia che togli pesantezza alla vicenda e le aggiunge un'area leggerezza.