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La Ferilli si racconta: le insicurezze da adolescente, i trionfi da star, le battaglie civili

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Ma al momento giusto accendo le luci». E ride, con un sussulto di sana allegria che sveglierebbe pure i busti del Pincio. Ladies and gentlemen, ecco a voi Sabrina Ferilli, esattamente come ve la immaginate. La lupa nutrice del desiderio nazionale, la miccia accesa sotto le alcove coniugali, l'icona del design tuttocurve. Un corpo, un cervello, e un talento trasversale. Anche in formato export, parrebbe: lei giura di non sognare Hollywood, ma gli americani si sono accorti di lei. È finita tra i cento personaggi più sexy del 2005 nella classifica di "E!", la più seguita trasmissione Usa di cinema e gossip, surclassando veneri intercontinentali come Cameron Diaz, Catherine Zeta Jones, Diane Lane. «È questa la notizia da prima pagina! Con la presa di coscienza che la Ferilli esiste - ironizza Sabrina - gli americani per la prima volta hanno fatto una cosa intelligente! Da questa scelta deve partire il loro ravvedimento...». E giù un'altra risata. Il suono è quello delle fontane di Roma, le sinfonie di Respighi. Ha buonumore da vendere, la ragazza, dopo un'estate di controversie familiari, e un autunno in cui i paparazzi hanno documentata la love-story con l'ex direttore generale della Rai Flavio Cattaneo. «L'unico problema con lui? È dell'Inter. Mi ci metterò d'impegno per convertirlo». Ma il pettegolezzo è solo un male necessario o anche benzina super per la carriera di un'attrice? «Alt. Il gossip è un fatto di stile, di intelligenza. Non è fastidioso lo scatto rubato in un ristorante, o il gesto affettuoso con il collega sul set, anche magari inventando una parolina in più. Lì non si offende nessuno. Trovo intollerabile l'entrata a gamba tesa, senza rispetto per fatti e sentimenti. È la volontà di distruggere la vita privata, l'immagine, il lavoro delle persone. Facendoci finire dentro, magari, anche chi non c'entra nulla. I bambini. Quello non è giornalismo, ma killeraggio. Allora sei costretto a rivolgerti alla magistratura. Certa gente merita il carcere». Non è che magari ci sono dei mandanti, dietro a questi presunti scoop? «I direttori di quelle tre o quattro riviste sono solo interessati a non togliere il culo dalla poltrona del comando. Sanno che se non vendono più copie dei concorrenti dopo sei mesi li mandano a casa. E allora giù, sempre più giù, a rovistare nel fango, a inventarsi roba da circo. Hanno perfino pubblicato un profilo psichiatrico, su di me: "perché la Ferilli si innamora di uomini sposati?"». Fece poi pace con Biscardi, che l'aveva "accusata" di essere stata di fede laziale, da ragazzina? «Da La7 ho avuto scuse ufficiali e...offerte di lavoro. Ma anche lì...erano andati a ripescare un'intervista di 13 anni prima, dove raccontavo di aver frequentato una scuola elementare piena di laziali. Io sono una persona sincera. Ho sempre detto di essermi innamorata della Roma quando ero già adulta. Lavoravo al Sistina con Ghini e Laganà. Mi trascinarono all'Olimpico, e per la prima volta vidi tutte quelle bandiere giallorosse. Credo fosse un Roma-Lecce...». Non quello fatale per lo scudetto, spero! «No, credo che in panchina ci fosse Mazzone. Ma insomma, scoppiò subito la passione sportiva. E per una socievole come me lo stadio è un regno. Io sò sentimentale, popolare, mi piace se uno mi offre un caffè Borghetti, e alle prime note di "Grazie Roma mi vengono i lucciconi. Poi succede che ti additano come un'ex laziale, e la moglie di Fini dice: "ecco come sono voltagabbana i comunisti!". È singolare che nella mia vita io venga trattata come una regina nel mio ambiente e poi aperta in quattro dai politici. Perfino un ex capo dello Stato come Cossiga una volta se la prese con me. E che cavolo! Sarà che non la mando a dire a nessuno». Stringerebbe la mano a Di Canio? «Sì, ma poi lo inviterei a bere un caffè, e gli spiegherei un po' di cose. Perché lui può anche fare il saluto romano, ma non con quello slancio. Si capisce che gli manca qualche elemento di storia». Come affrontò quel mezzo spogliarello alla festa del Circo Massimo? «Era una proposta nata per scherz

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