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«Giuranna, quella viola non è sua»

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Da vent'anni Giuranna è docente all'accademia Stauffer di Cremona. La disavventura al confine italo-svizzero è avvenuta lunedì durante il viaggio del maestro dalla Svizzera, dove abita, a Cremona. «Un'avventura kafkiana», come l'ha definita lo stesso concertista. «Stavo rientrando in Italia in treno da Lugano, quando un finanziere italiano in servizio sul treno mi ha chiesto di vedere il mio strumento, una viola Domenico Busan del 1780. Quando ha capito che si trattava di uno strumento antico ha cominciato a guardarmi con sospetto, poi al confine mi ha invitato a scendere dal treno e a raggiungere l'ufficio della dogana». Giuranna è stato dunque sospettato di aver trafugato un'opera d'arte all'estero. «Nell'ufficio mi sono trovato di fronte a un muro di gomma perchè le mie argomentazioni andavano a sbattere con l'atteggiamento rigido degli agenti della Finanza, che mi chiedevano di provare con dei documenti la proprietà dello strumento. Una situazione che in 55 anni di viaggi in giro per il mondo non mi era mai capitata», spiega. «Gli agenti mi hanno minacciato di mettermi in stato di fermo - spiega Giuranna - essendo io impossibilitato a produrre la documentazione che mi veniva richiesta. Se volete, ho detto loro, vi suono l'Inno di Mameli».

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