Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

VISTO DAL CRITICO

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

DEI COWBOYS omosessuali. Ce ne daranno stati, chiedendo scusa a John Wayne, e ce ne saranno forse anche adesso, ma il cinema, finora non ce ne aveva detto. Per rispettare la tradizione di virilità del West. L'infrange ora, con il film canadese di oggi, il regista di Taiwan Ang Lee, che da tempo, opera con successo anche in Occidente. Bastino, a ricordane la carriera, il recente «La Tigre e il Dragone» e, prima ancora, «Banchetto di nozze», «Ragione e sentimento» e il western «Cavalcando con diavolo». Anche qui, appunto, il West, non però ai tempi della Guerra Civile, negli anni sessanta, invece, sempre comunque nel Wyoming e con tutti i personaggi largamente dotati dei tradizionali cappelloni. Due in primo piano, Ennis e jack, il primo è nato lì e ha fato sempre il pastore, l'altro viene dal Texas e si è fatto una certa strada come esperto in rodeo. Quell'agosto in cui cominciamo a conoscerli, avendo trovato lavoro come custodi di pecore, vengono spediti insieme in un pascolo di montagna, proprio su quella Brokeback Mountain che dà il titolo allo loro storia. Isolati, tra le pecore, in mezzo a temporali e ad altre aggressioni della natura, cedono a un certo momento a una sorta di intimità (specialmente per inizativa di Jack) che agli inizi sembrerebbe solo sessuale. Tornanti in pianura, quasi la dimenticano, prima Ellis poi Jack si sposano, hanno figli, conducono una vita normale, ma quando Jack, dal Texas, si rifà vivo e viene a trovare Ellis nel Wyoming, quel loro rapporto torna in primo piano, soprattutto, però, lasciando che adesso, a sostenerlo, ci sia il sentimento. Andranno avanti così per quasi vent'anni, divisi tra le mogli e il lavoro, in mezzo a difficoltà d'ogni tipo, finché Jack morirà in un incidente. Lasciando Ellis, lontano, a tu per tu con un dolore cocente. Certo, una materia difficile (e spesso ingrata), Ang Lee, tuttavia, sulla scorta di un sceneggiatura del noto romanziere Larry McMurtry, l'ha risolta con delicatezza, specie quando, nella seconda parte, i sentimenti e i loro contrasti, all'interno di due caratteri molto dissimili, prevalgono sul sesso. Il linguaggio è arioso, i climi, anche i più tesi, sono quasi sempre interiori anche quando si fanno in primo piano gli scontri con le famiglie e con gli ambienti attorno per nulla inclini a sopportare quella relazione fra i due. Di molto rilievo l'interpretazione dei protagonisti, non solo quella di Jake Gillenhaal che è Jack, ma quella di Heath Ledger che, nel personaggio di Ellis, da ampie prove di quelle doti espressive con cui sempre più si sta imponendo in questi tempi recenti. Riuscendo entrambi nella non facile scommessa di farsi accettare.

Dai blog