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Misterioso Da Ponte

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uomo dalle mille vite

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Eppure Lorenzo Da Ponte, alla nascita Emanuele Conegliano, nato di religione ebraica nel 1749 a Ceneda (oggi Vittorio Veneto) da un conciatore di pelli rimasto presto vedovo, e poi convertito al cattolicesimo prendendo il nome del vescovo della città natale, era un avventuriero e personaggio a dir poco stravagante. Ai musicologi è ben noto il plagio del libretto del Don Giovanni, ricalcato in gran parte scena per scena, e talvolta anche parola per parola (seppur con qualche decisiva invenzione originale ed un diverso ben diverso ritratto psicologico dei personaggi), su quello di Giovanni Bertati (più tardi autore del libretto del Matrimonio segreto di Cimarosa) composto per Il convitato di pietra di Giuseppe Gazzaniga, andato in scena al Teatro Giustiniani di San Moisè a Venezia il 5 febbraio del 1787 (dunque solo otto mesi prima di quello praghese di Mozart). Questo "misfatto" letterario non deve però meravigliare, sia perchè il plagio era all'epoca consentito in mancanza di qualsiasi difesa dei diritti d' autore, sia per il carattere disinvolto e stravagante di Da Ponte, di cui è per altro ampia traccia nelle sue corpose Memorie pubblicate in quattro tomi tra il 1824 e il 1827 ( un estratto ne venne pubblicato nel 1819) a New York, città dove l'irrequieto librettista morì nel 1838. Formatosi al seminario di Portogruaro, Da Ponte, sacerdote dal 1773, non disdegnò le avventure galanti ed il gioco. Uno scritto sulla libertà influenzato dalle idee di Rousseau gli era costato un bando dalle scuole della Serenissima Repubblica, ma forse anche la simpatia e la frequentazione con Gasparo Gozzi e Casanova. Ma una relazione con una donna sposata (da cui ebbe tre figli) un esilio di 15 anni. Nuovo scandalo anche a Dresda, dove collaborava con Caterino Mazzolà. Infine l'approdo a Vienna dove, segnalato da Mazzolà a Salieri, conobbe il poeta cesareo Metastasio e ne prese il posto nel 1783 guadagnandosi la stima di Giuseppe II. È così che conosce Mozart e fa la sua fortuna fornendogli il libretto prima delle Nozze di Figaro (da Beaumarchais), perseguitata dalla censura , poi del Don Giovanni, infine del Così fan tutte. Nelle Memorie Da Ponte racconta come riuscisse contemporaneamente a scrivere ben tre libretti; per Mozart (Don Giovanni), Martin y Soler ( L'arbore di Diana) e Salieri (Axur Re d' Ormus). "Scriverò la notte per Mozart - si legge nelle sue Memorie - e farò conto di leggere l'Inferno di Dante. Scriverò la mattina per Martini e mi parrà di studiare il Petrarca. La sera per Salieri e sarà il mio Tasso". Rimase a Vienna sino al 1791, poi convisse a Trieste con una giovane ebrea inglese che gli diede 5 figli. Infine il gran salto all' estero: a Londra prima, dal 1793 al 1805 e, per sfuggire ai suoi creditori, in America poi, dove rimane sino alla morte (a New York) per più di trenta anni improvvisandosi droghiere e libraio, insegnante di italiano (alla Manhattan School da lui fondata) diffondendo per primo oltreoceano la cultura italiana, ed anche farmacista, distillatore di liquori e impresario di una ditta di trasporti e anche di teatro (fece rappresentare il Don Giovanni, per la prima volta negli Usa nel 1825). Una vita spericolata che sembra tuttora più fantasiosa di qualsiasi film. Lor. Toz.

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