Le confessioni dello showman: vizi privati, sassolini nella scarpa e caffé in Paradiso
Nun combinamo gnente». A braccia larghe, sorriso sardonico da allenatore mancato, Paolo Bonolis cerca di venire a capo della prova generale della puntata del «Senso della vita». Si aspetta l'amico Mentana per l'intervista ad immagini, si testano i movimenti della steady cam. Dalla settimana prossima l'appuntamento si sposta al martedì: c'è da far spazio al "Grande Fratello". «È stata una stagione di esperimenti - riflette il conduttore - ci siamo mossi su sentieri ignoti. Nella prossima edizione costruiremo il programma in modo diverso. Ma già a marzo, per l'ultima serata di questo ciclo, affronteremo il prime time. E vorrei chiudere con lo stesso messaggio del protagonista di "Oltre il giardino": la vita è uno stato mentale». Accidenti, Bonolis. Un approdo quasi metafisico. «Ma no. Io in questa trasmissione chiedo poco e ascolto molto. E mi accorgo che se ci concentriamo solo sugli eventi negativi dell'esistenza, questi ci appariranno insormontabili. Dobbiamo disporci alla serenità. Voglio dire, se te rompi 'na gamba ti incazzi, ma che ce poi fà? Devi aspettare di guarire. Flaiano diceva che nella vita ci capitano solo sei o sette cose da ricordare, tra gioie e dolori, il resto fa volume. Ce lo hanno raccontato persone da prima pagina e individui meno noti. Il ragazzo down, il dottore paraplegico. Ma anche Califano o Funari». (E qui, come mosso da un impulso automatico, Bonolis si accende furtivamente una sigaretta). Ma come? Fuma? Dopo l'appello accorato del suo collega? «Beh, cerco sempre di non mettere in evidenza questo mio vizio. Non vorrei che i bambini mi emulassero». Altre piccole perversioni? «Tutte quelle che il peccato rende divertenti. Chi non ne ha? Che palle gli uomini solo virtuosi...vabbè, fumicchio. Ma senza esagerare: ripenso sempre a mio padre. Però non bevo, e sessualmente mi diverto, come tutti. Gioco i picchetti tutte le domeniche. Fregnacce, insomma. Le faccio perchè sono accessibili. Se non lo fossero le farei lo stesso». Il primo motivo per cui vale la pena vivere? «Ho due figli piccoli da far crescere, gli altri due l'hanno già sfangata. La mia bambina deve affrontare una strada impegnativa nella vita: il sogno mio e di mia moglie è di vederla diventare indipendente. E poi, in ogni cosa, la mia curiosità è di vedere come va a finire. Ed è fondamentale adoperarsi perchè tutti possano compiere il proprio percorso personale con dignità». Ma c'è qualcosa per cui non valga la pena vivere? «È tempo perso fare del male agli altri. Ma io non ho risposte applicabili a chiunque. Il senso della vita è nell'irripetibile unicità di ogni essere umano: ognuno deve aderire a un proprio modello etico. Non affidiamoci ad occhi chiusi a quelle grandi istituzioni - la politica, la religione, l'economia: Sembrano volerti semplificare il pensiero. Ma vogliono impossessarti di te». Tra due settimane avrà ospite in studio Berlusconi. Allora facciamo un gioco: se la eleggessero premier? Qual è il programma della Lista Bonolis? «Non ne ho la più pallida idea. Non farei mai politica. Ma io e un mio ipotetico antagonista dovremmo saper cogliere con semplicità le necessità del Paese. Poi chi vince vince, purché si risolvano i problemi. Peccato che la politica sia una professione, che per legittimare se stessa, e la corsa al potere, debba rendere artificiale la realtà». Ma avrà una priorità... «Eliminerei le armi. Non credo che l'Italia abbia necessità di difendere i propri confini come ai tempi della Guerra Fredda. Ridurrei la spesa per l'esercito e mobiliterei altre risorse. Ma temo che gli sponsor che mi avessero fatto eleggere mi chiederebbero dei compromessi». Quando intervistò il condannato a morte Stanley "Tookie" Williams, qualcuno si chiese: dove sta andando a parare Bonolis, visto che quel poveraccio sarà certamente giustiziato? «Io invece ero convinto che non avrebbero eseguito la sentenza. Ma non per il nostro microscopico contributo. É che se non concedi la grazia a un uomo che negli ultimi 25 anni si è battuto per salvare migliaia di ragazzi a rischio,