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L'attore: «Ma il sogno che rincorro

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è interpretare Leonardo da Vinci»

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Dopo la breve parentesi come protagonista di «Incantesimo», l'attore è stato nel cast di «Distretto di polizia» ha girato la prima parte di «RIS» e prevede, nell'immediato futuro, una serie di nuovi progetti professionali nei quali impersonerà sempre rappresentanti delle forze dell'ordine. Intanto questa sera e mercoledì, e successivamente solo il lunedì, torna nella parte del capitano Venturi in altre otto puntate del serial di cui si sta già concludendo la sceneggiatura della terza parte le cui riprese dovrebbero iniziare il prossimo mese di marzo. L'attuale sequel di RIS è molto più incentrato sull'aspetto umano del protagonista drammaticamente colpito dalla morte, già nella seconda puntata, della donna amata, impersonata da Nicole Grimaudo che esce di scena. Da quel momento inizierà una vera corsa contro il tempo per assicurare alla giustizia gli assassini, in una serie di colpi di scena, di azioni veloci e di inseguimenti all'americana che rappresentano la vera novità dell'attuale tessuto narrativo. Ricco di effetti speciali ottenuti con le più sofisticate tecnologie, RIS 2 è stato interamente girato a Roma, compresi gli inseguimenti in auto. Molto dei quali hanno avuto come set le strade della Capitale nei dintorni di Villa Borghese. Al di là dei ruoli di poliziotto Flaherty coltiva un sogno professionale destinato a proiettarlo in un'epoca storica molto lontana dalla nostra. Non teme, essendo protagonista della lunga serialità, di restare ingabbiato in personaggi dalla cui immagine è difficile liberarsi presso il pubblico televisivo? «Premetto che l'aver interpretato tanti ruoli di poliziotto è stato soltanto un caso. Io però amo i personaggi forti, in grado di comunicare emozioni e di trasmettere ai telespettatori, anche quelli della fascia più giovane, un messaggio positivo che risulta più credibile proprio perché trae spunto da fatti della quotidianità. Mi sento coinvolto in un'operazione di moralità che attinge le argomentazioni proposte dalla cronaca vera. Questo infatti è il vantaggio di raccontare storie realmente accadute, come quelle dei "RIS", naturalmente rielaborate e modificate nel rispetto del pubblico e delle fonti alle quali si ispirano». Non crede che la presenza di forti scene all'americana possa rappresentare una componente talvolta violenta? «L'importante è far capire al pubblico che la violenza deve essere debellata. Il mio personaggio, infatti, è un uomo equilibrato, attivo, con valori umani e personali in cui crede e per l'affermazione dei quali si batterà fino all'ultimo, anche quando sta per perdere la fiducia dei propri superiori». Il suo futuro professionale prevede ancora ruoli da poliziotto? «Dopo tanta serialità c'è in cantiere una miniserie in due puntate: un progetto che Canale 5 ed il produttore stanno valutando, ispirato alla storia del mostro di Firenze. La sceneggiatura delle due puntate previste è tratta dal libro "Il mostro", in libreria tra breve, scritto da Michele Giuttari, capo della Squadra mobile che coordinò le indagini sul mostro di Firenze. Io dovrei impersonare proprio Giuttari. Ovviamente la crudezza della storia con il racconto dei delitti commessi in tanti anni, verrà elaborata ed addolcita proprio per il rispetto del pubblico familiare di prima serata che però si troverà di fronte ad una vicenda permeata da un forte bisogno di verità e di senso dello Stato, sentimenti da cui sono animati gli investigatori e soprattutto Giuttari. Il progetto dovrebbe realizzarsi dopo la conclusione della terza serie di RIS le cui riprese dureranno circa sette mesi, come le precedenti». Lei però ha un obbiettivo professionale che esula dall'universo dei poliziotti e dei crimini. «Rincorro il sogno di poter un giorno interpretare Leonardo Da Vinci, personaggio al quale sono profondamente legato sia per quello che è riuscito a rappresentare nella sua epoca, sia per gli eventi sto

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