Niente di nuovo sul treno della Clerici
Ieri sera la conduttrice ha fatto il suo esordio di rosso vestita in una sbuffante mise che ricordava quelle indossate allo scorso festival di Sanremo. Esuberante e familiare, inserita in una scenografia che riproduceva una stazione ferroviaria, la Clerici con «Il treno dei desideri» ha tentato di trasformarsi in una fatina con il compito di soddisfare sogni e desideri. In un mix tra reality show ed atmosfere quasi ottocentesche, con la celebrazione persino di un matrimonio in diretta, si sono inseriti evidenti elementi dei «Sogni» già realizzati due anni fa da Raffaella Carrà nell'omonimo programma, e rimembranze da Grande Fratello con un Ascanio Pacelli nel ruolo di inviato. Una voce narrante, assomigliante a quelle dei documentari spiegava agli spettatori come i singoli sogni venivano esauditi. Il primo desiderio ha coinvolto una coppia di giovani sposi con prole alla quale è stata ricostruita ex novo l'abitazione. Un dejà vu: nel bene e nel male la Carrà ha segnato un'epoca nel campo delle sorprese. Sinceramente ci si attendeva qualcosa di più dal programma che, nonostante gli sforzi e l'amore che la Clerici evidenzia di averci profuso per prepararlo, segna il passo e si riaggancia ad una tradizione televisiva che si è riagganciata persino al suo programma «Sposami» e che spesso si è impregnata della retorica dei buoni sentimenti. Mar. Cat.