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Napoli ricorda il teatro di Annibale Ruccello

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Al Mercadante presentazione del libro sull'autore partenopeo e uno spettacolo dell'amico Enzo Moscato

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Domani saranno due gli avvenimenti distribuiti nelle due sale del teatro di Piazza Municipio sede dello Stabile della Città. Alle 18, nella Sala grande, presentazione del volume «Annibale Ruccello-Teatro». Il libro, pubblicato dalle edizioni Ubulibri di Milano per la collana «i Testi» , raccoglie tutti i lavori originali dell'autore napoletano: «Le cinque rose di Jennifer», «Notturno di donna con ospiti», «Week-end», «Anna Cappelli», «Mamma», «Ferdinando». «Testi - come indica la scheda di presentazione - che raccontano la deriva della nostra società, svelando, dietro la banalità del quotidiano, le passioni di personaggi sradicati che spesso affiorano nelle pieghe di una struttura narrativa che ricalca il giallo o il thriller». Con i critici di teatro Enrico Fiore, autore della preziosa e appassionata introduzione al volume, e Franco Quadri, direttore della Ubulibri, la casa editrice di Milano da lui fondata nel 1978, interverranno il direttore del Teatro Mercadante Ninni Cutaia, Matteo Palumbo e gli attori Barbara Valmorin, Toni Servillo e Arturo Cirillo, affettuosi e sensibili testimonial con letture di brani e di documenti teatrali di e su Annibale Ruccello. Alle 20.30, nella Sala Ridotto, rappresentazione dello spettacolo cult di e con Enzo Moscato, «Compleanno». Un lavoro di grande impatto emotivo, che Moscato dedicò alla memoria del caro «compagno di viaggio» a un anno dal tragico incidente del 12 settembre del 1986, che vide coinvolti Annibale Ruccello e il giovane operatore teatrale napoletano Stefano Tosi. Lo spettacolo - su testo, ideazione, interpretazione e regia di Enzo Moscato, con voce su chitarra di Salvio Moscato - sviluppa «il doppio tema incrociato dell'assenza e del delirio, intesi entrambi come produzioni fantasmatiche fatte di parole, suoni, visioni, gesti, e mirati a colmare il vuoto, l'inanità dell'esistenza. O del teatro. Una specie di esercizio quotidiano del dolore, del controllo e di elaborazione della pulsione di morte, senza assumerne, però, le condotte autodistruttive, ma sorridendone, talvolta godendone come una festa, un ciclico ricorrere di affinità elettive, di sconvolti, teneri ricordi». L'appuntamento promosso dallo Stabile di Napoli, che apre la serie delle manifestazioni che enti, istituzioni e strutture teatrali realizzeranno nel corso dell'anno per il ventennale della scomparsa del drammaturgo, assume per la nostra cultura teatrale un importante significato. Soprattutto in un momento di crisi e di progressivo offuscamento dell'universo teatro, il quale, proprio nell'opera e nei testi di un autore come Ruccello, sembra ritrovare - e riaffermarne con forza - le sue ragioni e le sue necessità sociali, antropologiche, culturali.

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