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Salvatores stregato dal noir bolognese

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Continua la collaborazione del regista con la scrittrice Grazia Verasani

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Protagonista è Giorgia Cantini, interpretata da Angela Baraldi, che sta diventando un personaggio seriale per il piccolo e grande schermo. Grazia Verasani, perché Salvatores ha scelto proprio il suo noir? «Da tempo, Salvatores voleva realizzare un film con una protagonista femminile, cosa che non aveva mai fatto. Il personaggio di Giorgia Cantini lo ha colpito profondamente perché è una donna, come egli stesso ha detto, politicamente scorretta: fuma, beve, è una tenera con rabbia, ha 40 anni, è sensuale e non è la solita bellona ventenne. È fuori dagli stereotipi che ci propinano e potrebbe diventare un nuovo modello di vedere la donna al cinema e in tv. È vera, ironica e sa ridere perchè conosce il dolore». La Cantini sarà la protagonista del suo prossimo noir? «Sì. Il libro uscirà a maggio, probabilmente per la Colorado, con il titolo provvisorio "Velocemente da nessuna parte". Stavolta, la Cantini sarà alle prese con un caso investigativo vero e proprio, quello di una ragazza scomparsa. È un giallo dell'anima, nel senso che mi baso sulle descrizioni psicologiche dei personaggi e non mi documento su cosa fanno medici legali, pm o anatomo-patologi». Ancora una volta, Salvatores s'ispirerà a un suo libro? «La Cantini diventerà un personaggio seriale, in sei puntate per Sky. Il supervisore artistico di questi film sarà Salvatores. Non so se poi vorrà realizzare un film anche per il grande schermo. Sarà sempre la Baraldi a interpretare il mio personaggio e forse potrebbero essere coinvolti altri registi della Colorado, come Carlo Sigon. Ma spero che il mio sodalizio professionale con Salvatores prosegua». Perché solo negli ultimi anni si è risvegliato tanto interesse per il noir italiano, al cinema e nella narrativa? «Il noir è un genere che non è mai tramontato nel resto del mondo. In Italia è stato emarginato negli Anni '70, per lasciare spazio a un cinema autoriale e intimista. La stessa cosa è successa nell'ambito letterario. Il mio approccio al noir è avvenuto grazie a Scerbanenco, che raccontava la Milano degli Anni '60. Poi, c'è stato un vuoto e ora i bravi giallisti prolificano e ispirano tanti film: da Sandro Dazieri, che ha scritto "La cura del Gorilla", a Carlo Lucarelli al quale si è ispirato Dario Argento; da Massimo Carlotto, i cui scritti sono stati scelti da Michele Soavi per il suo prossimo film, fino ad Ammanniti che ha trasposto sul grande schermo "Io non ho paura" di Salvatores». Quali altri progetti sta portando avanti? «Intervisto spesso il pornodivo Franco Trentalance, perché sto preparando una sceneggiatura tratta da un mio vecchio libro, "Fuck me mon amour": la protagonista è un'attrice hardcore e la storia ha tutte le nevrosi alla Woody Allen, accese però dai colori di Almodovar. Poi, seguirò il mio spettacolo teatrale "From Medea" che ha già debuttato al Teatro Colosseo di Roma con Vera Gemma e la Elia, e l'8 marzo sarà messo in scena prima ad Avignone e poi a Parigi».

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