di DARIO SALVATORI QUANTI anni ha la hit parade discografica? Risposta semplice: ne compie 70 proprio oggi.
La prima classifica di vendite discografiche venne pubblicata il 6 gennaio del 1936 negli Stati Uniti da «Billboard». Questo settimanale, una vera e propria istituzione che ha felicemente varcato la boa dei cento anni di vita e che continua a svolgere un ruolo determinante all'interno del music-business statunitense, decise di riportare l'elenco dei dischi più venduti in seguito alle pressioni dei distributori e dei rivenditori di dischi, assai più lungimiranti degli stessi produttori. In quell'anno il mercato era naturalmente dominato dai 78 giri ma la grossa spinta arrivò dal juke-box: quelli in funzione negli Stati Uniti erano già 225.000, con i mitici marchi Wurlitzer e Rock-ola già a fare da padroni. Per la cronaca, anzi per la storia, quella prima hit parade vedeva al n.1 un jazzista, il violinista italo-americano (anche se negli anni Settanta, quando era molto anziano, rivelò di esser nato e cresciuto fino all'età di sette anni a Lecco) Joe Venuti con «Stop! Look! Listen!», un tema ballabile, ma con tutti gli specifici del jazz. Lo swing era il genere del momento e difatti gli altri dominatori della hit nelle settimane successive furono celebri leader d'orchestra: Tommy Dorsey con «The music goes round and round», Benny Goodman con «Goody-goody», Guy Lombardo con «Lost», Jimmy Dorsey con «Is it true what theyi say about dixie?». In Inghilterra tutto comincia sedici anni dopo. Il 14 novembre 1952, quindi ancora in piena epoca 78, quando il settimanale «New Musical Express» pubblica le sue prime «charts». Al primo posto ancora un italo-americano,il melodico Al Martino con «Here in my heart». Questo per rimanere alla carta stampata. Il mezzo radiofonico prende in considerazione la vendita dei dischi con un po' di ritardo e le prime classifiche nazionali, riunite e di una certa attendibilità, arrivano soltanto nel 1955, sempre negli Stati Uniti, grazie ad un programma sponsorizzato dalle sigarette Lucky Strike. In Italia le prime indagini sulle vendite e le conseguenti classifiche, ancora a carattere episodico, compaiono nel 1958. Ma è soltanto con la prima settimana del 1959 che «Il Musichiere», un settimanale che riprendeva il titolo della fortunata trasmissione televisiva di Mario Riva, inizia le pubblicazioni settimanali scaturite della indagini dei dischi più venduti. Per quella radiofonica occorrerà attendere il 6 gennaio 1967, quando Lelio Luttazzi lancia il suo inconfondibile urlo nella prima puntata di «Vetrina di Hit Parade», in onda su Radiodue il venerdi alle 13. Ma come se la passa oggi la hit parade alla bella età di 70 anni? Abbastanza bene, anche se si è evoluta, si è ampliata e oltre alle classifiche generaliste degli album e dei singoli presenta hit altrettanto interessanti riservate alle indies, on line, download, di genere (classica, jazz, compilations, discoteche, ecc.) e in fondo la vivacità l'ha dimostrata proprio la settimana scorsa quando Renato Zero con l'album «Il dono» ha riconquistato la vetta dopo una lieve flessione. Segno che il pubblico guarda questi dati con grande attenzione, fidandosi, cercando un orientamento ogni volta che deve lasciare i propri soldi alla cassa. L'importante è non deludere queste aspettative taroccando dati e posizioni. Qualche volta è accaduto.