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Terry Gilliam al festival Capri-Hollywood parla del suo film «Tideland» nelle sale in primavera

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«Il cinema italiano all'estero si vede poco

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Ecco, questo è "Tideland" , il mio ultimo film, già uscito in America e in Gran Bretagna, e vincitore del premio Fipresci (assegnato dalla critica) al Festival di San Sebastian». Terry Gilliam, ex membro dell'irresistibile gruppo comico inglese Monty Python e, poi, geniale regista di film-culto, quali «Brazil» e «L'esercito delle 12 scimmie», è ritornato al Festival internazionale Capri-Hollywood per presentare il film già in gara a Venezia «The Brothers Grimm» e per donare, assieme a Max Von Sydow e al regista di «Ray», Taylor Hackford, il «Capri Award 2005» a Cristina Comencini e al suo film «La bestia nel cuore», ingiustamente trascurati nel settembre scorso, al Lido. «Purtroppo, a Londra e negli Stati Uniti non si vedono molti film italiani, a causa di un evidente problema di distribuzione - ha aggiunto Gilliam -. Io riesco a guardarli ai Festival e, perciò, ne ho una conoscenza limitata. "La bestia nel cuore", però, è sicuramente un ottimo film, così come Roberto Benigni è un grande attore comico e Monica Bellucci una bravissima interprete. Ma non posso dire molto di più sul cinema italiano». «I fratelli Grimm» (oltre 80 milioni di dollari di budget) non è andato benissimo al botteghino. Pensa che farà meglio con «Tideland»? «Il film sui Grimm nella prima settimana, negli Stati Uniti, era al secondo posto come incassi, con oltre 15 milioni di dollari. Purtroppo, poi, è stato abbandonato dalla promozione: l'uscita dei fratelli Weinstein dalla Miramax lo ha danneggiato non poco. In Europa, comunque, il film è andato bene al box-office e andrà bene anche in dvd. "Tideland", invece, che uscirà in Italia a primavera, è un film a basso costo: l'ho girato in Canada, a Regina, nella regione dei campi di grano di Saskatchewan, abitata perlopiù da oriundi ucraini. L'ho tratto liberamente dal romanzo di Mitch Cullen e ne ho fatto un film shoccante. C'è Jeff Bridges e Jennifer Tilly, ma soprattutto c'è una straordinaria bambina di 9 anni e mezzo Jodelle Ferland, che è la protagonista della vicenda». Che tipo di film è «Tideland»? «"Tideland" esalta l'immaginazione come strumento di sopravvivenza nelle situazioni difficili. È un film che sta dividendo il pubblico: da una ricerca che invita a inviare e-mail su "Tideland" risulta che gli spettatori o lo amano o lo odiano». E che ne è del suo progetto su «Don Chisciotte»? «Come si sa, tre anni fa, dopo circa due settimane di riprese una tempesta di vento, sabbia e pioggia distrusse il set de "L'uomo che uccise Don Chisciotte" (un delitto poetico s'intende). Poi, Jean Rochefort s'è ammalato e ha dovuto rinunciare. Inoltre, una vicenda giudiziaria ha bloccato la mia sceneggiatura. Ora, sto riprendendo in mano l'intero progetto: Johnny Depp, il killer di Don Chisciotte, ha confermato che sarà nel film. Devo trovare un altro protagonista e mi piace Jonathan Pryce, che già lo fu in "Brazil". Servono ancora molti soldi per partire, ma ce la farò». Giochiamo al Toto-Oscar: chi vincerà quest'anno l'Academy Award? «Fra gli attori, vedo bene Heath Ledger, protagonista di "I Segreti di Brokeback Mountain", di "Casanova" e del mio "Fratelli Grimm". Hanno molte possibilità anche George Clooney, Russell Crowe, Tommy Lee Jones e David Strathairn. Ma vincerà Heath, perché è mio amico. Fra le donne, Keira Knightley è la favorita, ma anche Scarlett Johansson va forte, benché la mia favorita sia Amanda Plummer. Per i registi, infine, i miei preferiti sono Ang Lee per il film sui cow-boy gay, George Clooney per "Good Night and Good Luck", Woody Allen per "Match Point" (l'ultima mezz'ora è super) e Paul Haggis per "Crash"».

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