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Nero padre e figlio, dinastia di registi

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Pertanto, la gente di Capri e gli ospiti del Festival hanno potuto assistere, gratuitamente, alle proiezioni di importanti pellicole italiane, fra cui «La bestia nel cuore», di Cristina Comencini, «La seconda notte di nozze» di Pupi Avati, «I giorni dell'abbandono» di Roberto Faenza, e di titoli stranieri di successo, fra i quali «Hitch» di Andy Tennant, «La marcia dei pinguini» di Luc Jacquet, «Ray» di Taylor Hackford, «Good night and good luck», di George Clooney. Non sono mancate, tuttavia, una serie di interessanti proiezioni assolutamente inedite. Fra gli italiani, è stato apprezzato il film di Franco Nero, «Forever Blues» (Blues per sempre), che lo vede anche protagonista, accanto a un bambino esordiente, di una favola di strada, narrata a ritmo di jazz. Consensi anche per «The Fever» (La Febbre), l'opera prima in cui l'inglese Carlo Gabriel Nero (figlio di Franco) ha diretto sua madre Vanessa Redgrave e un bel cast in cui spicca Angelina Jolie tra i contrasti della Croazia modernizzata delle città e gli interni ancora malinconicamente arretrati del Paese. Fra i titoli di Hollywood va citato «Walk the line» («Cammina sul filo»), di James Mangold, in cui ci godiamo uno straordinario Joaquin Phoenix suonare la chitarra acustica, puntandola contro il pubblico, alla maniera della superstar della musica country Johnny Cash, di cui il film racconta l'ascesa al successo, accanto ad altri miti dell'epoca come Elvis Presley e Jerry Lee Lewis, l'abuso di alcool e di droga e la sua lotta per liberarsene. Ma il più applaudito al Festival Capri-Hollywood è stato «Pride and prejudice» («Orgoglio e pregiudizio»), che Joe Wright ha tratto dal capolavoro di Jane Austen, affidandosi all'incantevole ed eccellente Keira Knightley. Per noi, la novità più piacevole è stato «The world's fastest Indian» («L'Indiano più veloce del mondo»), di Roger Donaldson, in cui un magnifico Anthony Hopkins dà volto al primatista del mondo su due ruote Burt Munro che, nel '60, dalla Nuova Zelanda compì un viaggio avventuroso verso lo Utah per correre sul lago salato con la vecchia motocicletta indiana. Come sempre, poi, merita i soldi del biglietto Jim Carrey, irresistibile in «Fun with Dick and Jane» («Divertiamoci con Dick e Jane»); mentre ci ha deluso Steven Soderbergh con il suo «Bubble», un noir ambientato in una fabbrica di bambole di un depresso paesino americano, che sembra un lungo, a volte insopportabile, «corto». Pao. Cal.

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