Frassica: «Io, nuovo solito ignoto»
Ovviamente nella finzione. Dall'11 gennaio e per cinque settimane il popolare comico sarà infatti protagonista di una situation comedy inserita all'interno del nuovo appuntamento di Raidue «Suonare Stella». Con altri quattro ladri di mezza tacca, tenterà di mettere a segno un furto all'azienda di stato, ma senza raggiungere l'biettivo. Con lui ci saranno Francesco Scali, Benito Urgu ed i fratelli Marcelli. «La sit com - racconta Frassica - sarà una sorta di remake del film "I soliti ignoti". Tutto si svolgerà in una pensione. Come succede nel film di Monicelli, insieme alla mia banda di disgraziati sbaglierò indirizzo e ci ritroveremo in questo alberghetto. Per non far scoprire i nostri piani, ci faremo passare per una banda di musicisti. In realtà ci troveremo in quel posto, perché dobbiamo forare una parete attraverso la quale, secondo i nostri calcoli, dovremmo trovare la cassaforte della Rai e quindi rubare i soldi degli abbonati, della lotteria di capodanno e dei pacchi di Pupo». Quindi non la vedremo più a «Markette» di Chiambretti? «Avrei voluto continuare a farlo, anche perché è la trasmissione che mi piace di più, ma purtroppo ho dovuto interrompere la collaborazione. "Markette" si fa a Milano mentre a Roma si gira "Don Matteo 5", non riuscivo più a far conciliare le due cose. Era praticamnte impossibile». A fine gennaio partirà appunto «Don Matteo 5» ma lei sarà anche in tutte le sale con il film «Ecceziunale veramente 2» «II ruolo del maresciallo che interpreto in "Don Matteo" è diventato un classico. Dopo 94 episodi, senza contare le repliche, mi sento un po' maresciallo. Anche la gente quando mi incontra per strada mi chiama maresciallo. Sono contento del successo ottenuto da questa serie, perché fino a quel momento non avevo capito bene l'importanza dei carabinieri, che svolgono un lavoro molto fondamentale per la società e per tutti noi. E poi Don Matteo ha successo perché c'è la tonaca di Terence Hill, che è rassicurante ed è un prete tra la gente. Nel film con Diego Abatantuono, invece, interpreto un mafioso siciliano mentre lui è Franco l'interista». Don Matteo è stata anche un'occasione per apprezzarla come attore serio. «Sono stato quasi obbligato a farlo. Avendo avuto successo con il varietà, ho dovuto dimostrare di saper giocare anche su altre corde. Pochi sanno che io ho iniziato proprio come attore di prosa al piccolo di Milano. Avevo diciannove anni. Quando ho fatto "Quelli della notte" ne avevo già trentaquattro e alle spalle avevo quindici anni di gavetta». Cosa boccia della tv? «Tutto, però la si può guardare perché con il satellite si può scegliere. L'importante è seguire un buon programma e di prodotti validi ce ne sono molti. Bisogna farla finita di demonizzare la televisione. La responsabilità ce l'ha il pubblico. Se un programma non va e non è seguito, lo chiudono alla seconda puntata. Per esempio se c'è l'invasione dei reality lo si deve al fatto che la gente li guarda. Finchè ci saranno milioni di persone incollate davanti la tv per vedere le liti tra vip, il genere continuerà ad esistere».