Forattini e l'arte di far sorridere
..?«Siamo giunti a quota 43. Una nuova raccolta di vignette pubblicate ogni giorno sulle pagine del quotidiano La Stampa». Per fare che cosa? «Per ripercorrere tutto il 2005 e ridere di alcuni protagonisti della vita civile e politica italiana. A differenza delle altre pubblicazioni che raccolgono vignette quotidiane da un ottobre all'altro, questo volume è più magro perché con La Stampa si è interrotta la collaborazione a marzo ed ho raccolto anche vignette pubblicate dal settimanale Panorama». Con una sorpresa? «Si, alcune vignette di commento dei fatti dell'anno davvero del tutto inedite». E il titolo? «Il titolo l'ho scelto per riferirmi alle vicende elettorali tedesche che hanno provocato un bilanciamento di forze tra due partiti maggiori, forse anche le forze politiche italiane sono qualche modo attualmente alla pari». Chi è Giorgio Forattini? «Un uomo ironico e spiritoso. Nato a Roma. Ho fatto davvero di tutto. Studente ad architettura, operaio, attore all'accademia di teatro, direttore commerciale in una casa discografica, rappresentante di elettrodomestici». E poi? «E poi sono stato aggiunto come grafico da un giornale. Ho scritto tanti slogan per la pubblicità. Ora ho ricominciato a lavorare per la pubblicità. Le mie prime vignette di satira politica sono apparse nel '73 su Panorama e su Paese Sera». Ma il successo quando è arrivato? «Il grande lanciò è arrivato con una vignetta sul divorzio, era l'anno 1974. E poi ho collaborato al progetto grafico di Repubblica e sono stato assunto stabilmente come disegnatore satirico per la pagina dei commenti». Sposato giovanissimo, c'è un perché? «Non c'è un perché. Mi sono sposato all'età di 22 anni di nascosto quasi con una collega attrice. Ho due figli Paola e Fabio». E poi si è risposato, le piace proprio il matrimonio? «Sì. Ovviamente dipende dalla donna con la quale ti accompagni. La mia attuale compagna-moglie Ilaria è una donna davvero eccezionale. La risposerei non un'altra volta ma mille altre volte». Ha scelto di vivere tra Roma, Parigi e Milano, è inquieto? «No, mi piace dividermi tra queste tre capitali. Io lavoro molto con il fax. Mi piace come si vive a Roma come si vive a Milano e come si sta a Parigi. Tre modi di concepire la vita che mi appartengono». Tante querele, come reagisce? «Il lavoro mi diverte come un pazzo, le querele e le denunce un po' meno. Mi creano angoscia. La maggior parte delle volte comunque si arriva ad un lieto fine. Solo una volta sono stato costretto a sborsare tanti soldi». Per lei i soggetti più difficili da prendere di mira quali sono? «I belli e le donne. Comunque la mia satira si rivolge sempre ai lettori che cerco assolutamente di far sorridere». Ha mai cercato di compiacere un direttore o un giornale? «Mai e mai lo farò».