Elena Guarnieri: la mia «vita straordinaria»
Giovedì la conduttrice ha esordito a Retequattro in un programma sulle biografie di grandi personaggi
Elena Guarnieri, che ammette di voler continuare a coniugare giornalismo e conduzione, parla della sua duplice esperienza professionale, svela la sua opinione su colleghi blasonati, da Lilli Gruber ad Emilio Fede con cui ha lavorato al Tg4, anticipa i contenuti delle puntate di «Vite straordinarie» dedicate a Benito Mussolini e a Gianni Agnelli con un occhio attento alla realtà del giornalismo televisivo made in Italy. Lei è stata anche al fianco di Piero Vigorelli nel programma di Retequattro «Miracoli». Continua a dividersi tra le due reti minori Mediaset nell'attesa del grande salto a Canale 5 o magari alla Rai? «Retequattro consente di sperimentare nuove idee coniugando in prima serata l'informazione che resta la mia passione e l'intrattenimento. Ma l'adrenalina della diretta a "Studio Aperto" è per me insostituibile. Significa essere dentro i fatti della vita. Per il mio futuro non faccio proiezioni a lungo termine; non sono ambiziosa al punto da inseguire i marchi pur appetibili di Canale 5 o Raiuno. Mi trovo bene a "Studio Aperto", Tg per il quale sono anche inviata. Ma se dovesse pervenirmi una proposta allettante, ci rifletterei e forse accetterei». Lei ha lavorato anche al Tg4. Come si è trovata con Emilio Fede? «Essere accanto a Fede rappresenta un'esperienza a tratti militaristica ma interessante che dovrebbe far parte del curriculum di ogni giornalista. Fede è istrionico. Quando si accende la luce della diretta lui si illumina e parte». Qual è la sua opinione su due illustri colleghe, Lilli Gruber e Cristina Parodi? «Vedo Lilli Gruber lontanissima dalla mia maniera di intendere l'informazione in Tv. Mi chiedo perché una donna intelligente come lei abbia stravolto così vistosamente la sua immagine. Spero che a me non accada mai. La Parodi sembrava incastonata per sempre nel rotocalco "Verissimo" di cui è stata la conduttrice storica. Vederla tornare al Tg5 è stata quasi un'esperienza nuova». Adesso si esprima su due primi uomini dell'informazione, Vespa e Mentana. «Bruno Vespa è la tradizione rassicurante di Raiuno, il personaggio che lo spettatore a fine serata va a cercare. L'aspetto che mi piace invece di Enrico Mentana è il suo essere sempre sopra le righe. Matrix è stata una grande conquista nel settore dell'informazione per Mediaset e Mentana gestisce il programma con intelligenza e con la consapevolezza di seguire più l'importanza della notizia che le cifre, pur gratificanti, dell'Auditel». Sembra che la Tv di oggi sia dominata dalle donne. È d'accordo?" «Molte signore in Tv spingono troppo sul clichè della propria femminilità ostentata a tutti i costi in maniera anche troppo scollacciata, trascurando le altre doti. Non sono in sintonia con questa tendenza per il rispetto che bisogna avere per il pubblico. Sono anche convinta che alla fine restano solo quei personaggi davvero capaci, gli Scotti, i Bonolis, le Carrà ad esempio». Quali curiosità inedite rivelerete nelle prossime puntate di «Vite straordinarie»? «Mostreremo un ritratto intimistico e privato di Mussolini attraverso la testimonianza del figlio Romano che ne parla come di un padre estremamente liberale. E per la prima volta penetreremo nella casa di Giovanni Agnelli svelando gli aspetti dell'uomo, del marito, del padre di famiglia».