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«Messiah» vestito d'arabeschi

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TRIONFO NELLA CAPITALE PER HÄNDEL

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Prende del sentimento religioso e di quello estetico in uno: sospinge E lo spirito alla contemplazione del divino e l'ascolto al godimento del piú armonioso fastigio barocco sub specie musicae. V'ha in esso il pensoso afflato pascaliano ed il nitido razionalismo leibniziano. Alle feste natalizie, alla loro «Stimmung» cordiale che invade e smussa ogni persona, anche la piú birba, il «Messiah» s'addice dunque quant'altri mai: in esso rilucono il 25 dicembre col Bambinello nella mangiatoia, ma altresí il cenone tripudiante (ancorché a base di pesce o di carni bianche) con le sue leccardíe. Anche per ciò, o sia per la sua funzionalità di là dai valori musicologici e poetici contenùtivi, sia il «Messiah» considerato un opus summum della civiltà artistica del secolo decim'ottavo. Ci siamo sempre imaginati risonare quest'opera in cattedrali immani, dalle dieci navate e dalle guglie in cielo, ed avvolgere migliaia di fedeli-ascoltatori magati dal fasto degl'interminati cori, dal vibrare sinuoso delle singoli voci di canto, dalle lusinghe dei dorati impasti timbrici barocchi commessi ad un'armata di professori d'orchestra. E cosí non ristiamo dall'imaginarla. E non di meno l'altrieri a sera, al Parco della Musica di Roma, per la stagione da camera di Santa Cecilia, il «Messiah» è a noi sgorgato da una scaturigine intimissima e confidenziale, come da un tête-a-tête, ammantato di sottili panni rabescati: quasi la quintessenza, il nettare del detto Oratorio. Ed avendoci comossi e beati, se non di piú, al pari, ne daremo merito ad un'esecuzione raffinatissima ed impeccabile della svizzera «Freiburger Barokorchester» e del britannico «Claire College Choir Cambridge» capitanati da René Jacobs (nella foto), che fa della filologia senza distendere la partitura sul lettino dell'anatomista, ma rigorosamente perscrutandola con mani di velluto e tenera malizia di sorrisi. Eccellenti altresí i cinque del cast vocale. Ed il pubblico ha applaudito entusiasta come se si fosse trattato della «Nona» di Beethoven.

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