«Hollywood mi fa paura Meglio l'Italia»
Dovrebbe, ed è lei stessa a pretendere il condizionale, ma comunque è già un gran risultato essere al momento la prima candidata per «Casino Royale», tratto da un romanzo di Ian Fleming, con Daniel Craig (alla sua prima esperienza Bond) e diretto da Martin Campbell (quello di «Goldeneye» del '95 e di «The Legend of Zorro», uscito lo scorso ottobre). Le riprese del nuovo 007 dovrebbero iniziare a gennaio e Andrea, ventiseienne di Budapest impaurita da Hollywood e innamorata dell'Italia, spera tanto di esserci, ma vada come vada, il 2006 per lei, con tre film in uscita, sarà un anno tutto al positivo. La storia della sua partecipazione all'ultimo 007 è breve e singolare. Per la parte era stata scelta l'attrice premio Oscar Usa Charlize Theron, la quale però, all'ultimo momento, ha rinunciato. Ad Andrea, ex modella lanciata nel mondo del cinema, hanno sempre contestato di assomigliare troppo alla Theron. «Un'altra Charlize - le hanno detto - non serve. Ce n'è già una». Ma stavolta la cosa sembra le abbia portato bene. E per quella parte potrebbero scegliere proprio lei. Andrea Osvárt, molti dicono che lei assomiglia a Charlize Theron, cosa ne pensa, è vero? «La somiglianza c'è, una volta mi è capitato di vedere una sua piccola foto su un giornale e per un po' mi sono chiesta dove e quando mi avevano fotografata... Comunque la cosa è piacevole, visto che è una delle più belle attrici del mondo. Ed è molto brava, ha anche vinto un Oscar». Sembra che lei in comune con la Theron abbia anche una gran grinta. «Sì, sono decisamente indipendente, basta pensare a come sono arrivata in Italia tre anni fa, da sola. Tutto quello che ho realizzato l'ho fatto contando solo su me stessa, con i provini, per dimostrare che non si deve per forza scendere a compromessi. Sono nordica, onesta e non mi piacciono le bugie». Ritiene che le donne mediterranee abbiano meno grinta delle nordiche? «Forse hanno meno voglia di litigare». E la famiglia, il suo Paese, l'Ungheria, non le mancano? «Adesso un po' meno, all'inizio è stato terribile. La mamma mi mancava moltissimo e così anche mio fratello piccolo. Ora mi sono abituata a viaggiare». Con la moda e il cinema ha realizzato buoni guadagni. Aiuta economicamente la sua famiglia? «Sì, certo, è normale». Ma come è arrivata a Roma? «Perché volevo fare del cinema e in Ungheria proprio non era possibile. Ho iniziato come ballerina, ho fatto la modella, poi ho iniziato a guardare alla recitazione. Nel mio Paese però si producono appena dieci film all'anno e tutti i posti sono presi dai soliti figli di papà». C'è uno stilista che lei predilige? «Mi piace molto Ralph Lauren». Oltre che all'Italia lei si sente legata anche agli Stati Uniti? «Sì, ma andare ad Hollywood mi è sembrato un passo troppo lungo. È lontana, grande, c'è molta concorrenza. Negli Stati Uniti, dove sono stata varie volte, professionalmente mi sento a casa, ma non ho conoscenze e di ragazze belle e brave ce ne sono veramente molte. Per me Roma è stata la giusta via di mezzo tra Budapest e Hollywood». Ha lavorato con Christian De Sica e anche con Robert Redford. Il prossimo anno usciranno tre suoi film, ce ne parla? «A uno dei film tengo moltissimo: "Mare Nero", di Roberta Torre, nel quale interpreto una donna misteriosa, una parte che ho desiderato molto. Il film dovrebbe uscire tra febbraio e marzo e andare al festival di Berlino. A Berlino andrà anche "Il rabdomante", una storia di mafia, dove sono la donna di un boss. Poi c'è "Sara May", al quale ho partecipato con una parte piccola, ma interessante». Vorrebbe lavorare con un regista italiano? «Sì, con Sergio Castellitto, che apprezzo molto, oltre che come attore, proprio come regista, e anche con Bellocchio». Si è laureata in Ungheria in lingua italiana e parla senza difficoltà la nostra lingua, non si farà mica doppiare? «Mai, non mi hanno mai doppiata, ma spesso