Albino Luciani il pontefice rivoluzionario
Ne parliamo con chi è stato incaricato di scriverne la sceneggiatura e di verificarne la correttezza dei contenuti, il giornalista vaticanista e scrittore Giuseppe De Carli, voce nota della televisione pubblica sopratutto per i suoi servizi inerenti il Vaticano e le sue "telecronache" degli appuntamenti più importanti in cui è il Papa il protagonista. Ne parliamo con lui per svelare, in anteprima, alcuni retroscena del pontificato del predecessore di Papa Wojtyla. Dopo i successi della fiction prodotta da Rai-Lux Vide su Giovani Paolo II e mandata in onda su Raiuno domenica 27 e lunedì 28 novembre, ecco un nuovo progetto targato Rai, atteso soprattutto perché non è facile parlare di un Papa che "è durato" soltanto 33 giorni. Come mai una fiction su Papa Luciani? «È un'idea che mi è venuta circa tre anni fa. Per caso avevo fatto una ricerca via internet sui siti più dedicati ai papi del XX secolo ed è stata grande la meraviglia quando ho scoperto che erano centinaia, specie in America, quelli ad Albino Luciani. Forse, mi son detto, per la presenza di cospicue comunità del Triveneto all'estero. In realtà, l'interesse era sincero. Un pontificato di soli 33 giorni, dal 26 agosto del 1978 al 28 settembre dello stesso anno. Aveva fatto solo in tempo ad inaugurare solennemente il suo ministero petrino con una messa in Piazza San Pietro, a prendere possesso della sua cattedrale, San Giovanni in Laterano, a fare quattro udienze e Angelus che si contavano sulle dita di una mano sola. Non una nomina, un documento, non ebbe neppure il tempo di avere le buste intestate o di scegliersi lo stemma pontificio. Eppure, perchè tanta devozione, perchè milioni di persone, di una certa età lo ricordano ancora? Una figura apparentemente umile e dimessa fra due giganti: Paolo VI e Giovanni Paolo II, come se avesse il compito di essere una sorta di "bretella" che immetteva su una autostrada sulla quale avrebbe corso Papa Wojtyla. Ricordo che ne avevo parlato, su un aereo da Milano a Roma, al direttore di RAI-UNO, Fabrizio Del Noce e, man mano che raccoglievo testimonianze e materiale, al direttore di RAI-Fiction, Agostino Saccà. Nel frattempo veniva aperta a Canale d'Agordo la causa di beatificazione, alla presenza del cardinale Saraiva Martins e persino lo stesso cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, si era detto convinto della santità di questo figlio delle vallate bellunesi. Qualche settimana fa la proposta di una mini-serie dedicata proprio a Luciani è stata accolta ed andrà in produzione il prossimo anno». Trasformare in fiction la vita di un Papa è sempre un rischio. Si rischia di cadere nell'edulcorato o nel devozionale. Tanto più per una figura come quella di Luciani che non ha, praticamente, alcun episodio di rilievo da affrontare. «Sono consapevole del rischio, per questo la sfida è, dal punto di vista della trasposizione televisiva, ancora più alta. Del resto, siamo in buone mani. Il regista sarà Giorgio Capitani, mentre la sceneggiatura è di Massimo Cerofolini e Francesco Scardamaglia. Si ricostituisce così il gruppo creativo che ha portato al successo la vicenda del "Papa buono" di Giovanni XXIII. Lo scenografo sarà Luciano Ricceri e la costumista Enrica Biscassi. La mini-serie sarà prodotta dalla "Compagnia Leone Cinematografica" fondata nel 1970 da Elio Scardamaglia e Federico Fellini e che ha al suo attivo una consolidata esperienza nel filone della fiction televisiva. Anche le location saranno il più possibile quelle vere: parlo di Canale d'Agordo, in provincia di Belluno; Vittorio Veneto, dove Luciani esercitò il suo ministero episcopale, Venezia come patriarca. Coimbra per l'incontro avvolto nel mistero che ebbe con Suor Lucia, la veggente di Fatima e, naturalmente, Roma. C'e ancora da decidere sul cast e, soprattutto, sull'attore protagonista. Io ho qualche idea in mente. Potrebbe essere o un famoso attor