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di TIBERIA DE MATTEIS «Nella città del sud dove la gente impazzisce prigioniera d'amore ...

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Una vita dedicata al teatro come autore raffinato e irriverente, come regista incisivo e umanissimo e dal 2002 come direttore e consulente artistico dell'Eliseo di Roma. Brillante, intelligente eD emotivo, mascherava con disinvoltura la sua età con l'energia di chi sa cogliere l'attimo e vivere alla giornata con curiosità speciale verso le novità. Tre anni fa aveva ribattezzato il Piccolo Eliseo con l'aggiunta della definizione «Teatro Studio» nell'intendimento di porre l'arte scenica in un rapporto con la ricerca e con l'attualità, lasciando anche spazio d'espressione ai giovani emergenti. Nato a Napoli il 27 febbraio del 1921, da famiglia pugliese di Corato, apparteneva al gruppo di intellettuali meridionali emigrati a Roma dopo la Liberazione formato da Antonio Ghirelli, Raffaele La Capria, Francesco Rosi e Chichino Compagna. Segnato dall'incontro con Luchino Visconti e Giorgio De Lullo, trovò subito nel romano Eliseo la sua residenza privilegiata. Fra il 1958 e il 1979 vi ha rappresentato il frutto migliore della sua drammaturgia elaborata per la Compagnia dei Giovani, composta da Giorgio De Lullo, Rossella Falk, Anna Maria Guarnieri, Romolo Valli ed Elsa Albani. Dall'esordio con «D'amore si muore» alla provocazione di «Anima nera» nel 1960, proseguendo con la trasformazione in icona universale della donna partenopea de «In memoria di una signora amica» del 1963 con protagonista Pupella Maggio, la sua denuncia dell'ipocrisia degli affetti borghesi si sviluppa in «Metti una sera a cena», che dopo il debutto del 1967 venne ripreso due anni dopo e di recente nel 1983 con Michele Placido e Florinda Bolkan e poi ancora nel 2003 con Elena Sofia Ricci e Stefano Santospago. La lotta contro la rassegnazione esistenziale di quattro reietti di Piedigrotta è invece contenuta in «Persone naturali e strafottenti» del 1974 e un'ispirata prova d'attore per Romolo Valli diventa «Prima del silenzio» del 1979. Intenso e profondo fu il suo legame creativo con le attrici come testimoniano la suggestione determinata da Rossella Falk e in seguito «Gli amanti dei miei amanti sono i miei amanti» dedicato a una sofisticata Adriana Asti e la riscrittura di «Margherita Gautier» inventata per Lina Sastri. Ma nella sua teatrografia i suoi testi sono soltanto una minoranza perché la sua attività di regista si è estesa dai capolavori di Eduardo alle claustrofobie pinteriane, da «La locandiera» di Goldoni a «Un marito» di Svevo con Umberto Orsini, senza dimenticare una predilezione intima per Pirandello di cui ha allestito l'intera trilogia metateatrale. La malattia che l'ha condotto alla morte lo ha colto mentre lavorava a «Improvvisamente l'estate scorsa» di Williams, ora in tournée con la regia associata del suo scenografo e figlio adottivo Aldo Terlizzi e di Fabio Battistini. La sua poliedrica vocazione culturale comprende inoltre una ricca bibliografia narrativa iniziata nel 1955 con «Ragazzo di Trastevere», e ampliata dai romanzi «Scende giù per Toledo», «La morte della bellezza», dai racconti de «Gli occhi giovani» e dagli ultimi libri «Del metallo e della carne» del 1992 e «Allium» del 2001.

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