di DINA D'ISA ULTIMISSIME riprese per il terzo film scritto e diretto da Paolo Sorrentino, intitolato ...
Il film, con Fabrizio Bentivoglio, Giacomo Rizzo, Gigi Angelillo, Laura Chiatti, Marco Giallini, Clara Bindi e Barbara Valmorin, è atteso nelle sale nell'ottobre 2006, con una eventuale anteprima veneziana. Dopo aver girato tra Latina, Sabaudia, alcuni quartieri capitolini e Napoli, le ultime riprese delle tre ore di film, che verranno nei prossimi giorni montate e tagliate, saranno girate a Roma e rappresentano i colpi di scena più suggestivi dell'intera trama. «La storia — ha raccontato ieri Sorrentino al Politecnico Fandango di Roma — è quella di un usuraio di nome Geremia, interpretato da Rizzo, al quale da tempo mi sono ispirato per creare questo personaggio: un uomo laido e sgradevole, che molesta le donne, presta i soldi nell'Agro Pontino e consuma per giunta un rapporto incestuoso con la madre ultraottantenne (la Bindi). Suo stretto collaboratore e amico di famiglia è Gino (Fabrizio Bentivoglio), uomo innamorato della cultura country, un cow-boy che frequenta le distese dell'Agro Pontino come se fossero quelle americane. Documentandomi, ho scoperto che gli appassionati del country, in Italia, formano una piccola minoranza, tra il Veneto, L'Emilia Romagna e il Lazio, coltivando un vero e proprio stile di vita, che va dalla passione per la musica country alla vita all'aria aperta, tra cavalli e balli sincronizzati, come la line dance che Bentivoglio ha dovuto imparare. In tutto questo scenario, s'inserisce Rosalba (la Chiatti), la quale accetta di sposare un uomo che non ama e, per il matrimonio, suo padre va a chiedere soldi in prestito proprio a Rizzo. Ho scelto l'Agro Pontino perché dò molta importanza agli aspetti visivi del film e in queste zone l'architettura fascista si prestava a circondare i miei personaggi». Rispetto poi allo spessore morale dell'usuraio, Sorrentino ha aggiunto che «certe figure oscure ed emarginate dalla società, sono spesso rivalutate dal cinema o dalla letteratura che ne riscopre la bellezza. Mi piace restituire fascino a personaggi sgradevoli: non sono un moralista, non credo in un mondo di buoni e cattivi e il cinema è il regno dell'eccezionale, mentre spetta alla tv realizzare storie quotidiane di bravi O di santi. L'usuraio è una metafora del potere: ridà ossigeno a chi sta per affogare, sebbene a caro prezzo. E Rizzo dona a questo laido individuo tenerezza e commozione, tra brillante comicità e sconvolgente dramma». Bentivoglio ha poi aggiunto che il suo ruolo gli ricorda «Un uomo da marciapiede», con Dustin Hoffman: «Gino, il mio personaggio è ossessionato dal western e per lui i mocassini sono roba da Indiani».