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«Con lui i miei anni più belli»

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Cosí lo ricorda Rossella Falk, ma tutto il mondo del teatro lo rimpiange

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Affranta Rossella Falk, musa ispiratrice di testi come ìD'amore si muore", ìAnima nera" e ìMetti una sera a cena", rimasti emblematici nella drammaturgia dell'artista napoletano e nella storia del costume italiano. «Ho sempre detto e lo ripeto oggi che i personaggi della mia carriera a cui sono più affezionata sono le figure femminili che Peppino ha immaginato per me» ha confessato l'attrice, in tournée come protagonista di «Improvvisamente l'estate scorsa», ultimo progetto di Patroni Griffi. «Ci conoscevamo dal '49, ero appena uscita dall'Accademia e lui mi definì "salamandra dagli occhi d'oro", scrivendo poi un articolo su di me dal titolo "Gli occhi più occhi di così". Con lui e la Compagnia dei Giovani ho vissuto l'epoca più bella della mia vita: avevamo un legame intenso, magmatico, sotterraneo, al limite dell'amore». Appresa sul set la notizia, Lina Sastri lamenta la perdita del suo maestro: «Era un uomo di rarissima sensibilità, nobile d'animo e soprattutto libero. Mi mancava già e ora sentirò gravemente la sua assenza. Ebbe il coraggio di affidarmi un ruolo goldoniano soltanto per avermi sentita cantare a Napoli. Questo mondo attuale non poteva più piacere a una persona della sua cultura, anche se va detto che ha sempre conservato la sua vitalità e la sua passione per l'esistenza». Viaggia nella memoria per raccontare dell'amico e compagno di lavoro appena scomparso anche Franca Valeri: «Era una forza della gioventù di allora, il fulcro del nostro gruppo di intellettuali e di attori. Ho nella mente le sue grandi doti: genialità, simpatia, veemenza». «Un esteta gioioso» lo chiama Umberto Orsini: «Mi lascia un grande vuoto e il rammarico che la sua stupenda e adorabile pigrizia napoletana non l'abbia indotto a una più vasta produzione drammatica. Fu una delle prime persone che conobbi a Roma e, insieme a Luchino Visconti, lo considero l'uomo più importante che abbia mai incontrato. L'ho convinto io a intraprendere la strada del cinema e girammo "Il mare", dopo che avevo partecipato a due sue commedie». Non riesce quasi a parlare Sebastiano Lo Monaco, raggiunto al telefono in Bulgaria: «Gli devo molto e forse tutto di quello che sono oggi. Non è stato solo un punto di riferimento nel lavoro, ma una persona di famiglia, un amico per i miei genitori. Abbiamo vissuto un rapporto lungo vent'anni, passando da "Questa sera si recita a soggetto" a "Sei personaggi in cerca d'autore" per quanto riguarda Pirandello, da Cyrano de Bergerac di Rostand a "Uno sguardo dal ponte" di Miller, tanto per citare l'ultimo successo insieme». «Era un mio grande amico» dichiara Carlo Giuffrè. «Di lui amavo l'eleganza, l'ironia e la bravura». T. D. M.

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