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Alla ribalta il mistero d'Antonello

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Dal 18 marzo al 25 giugno alle Scuderie del Quirinale la maggior parte dei capolavori

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Dal 18 marzo al 25 giugno saranno allestiti ben 39 dei 45 capolavori realizzati dall'artista quattrocentesco, la cui vita è ancora avvolta nel mistero. Curata dallo storico dell'arte Mauro Lucco, l'esposizione sarà la prima occasione (dopo il precedente palermitano, nel 1953, quando però le opere allestite erano meno della metà della sua limitata produzione) per ammirare una accanto all'altra le tavole del pittore siciliano, che molto raramente vengono spostate dalle loro sedi nelle collezioni museali. Anche se da oggi, per rappresentare la Sicilia, tre capolavori di Antonello sono in mostra al Metropolitan Museum di New York e tra questi la celebre «Annunciata» (assicurata per 60 milioni di dollari) che sarà presente alle scuderie con altre magnifiche Madonne, le crocefissioni, i ritratti, il «San Girolamo nello studio» dalla National Gallery di Londra o il «San Sebastiano» custodito a Dresda. Le opere certe di Antonello da Messina giunte fino a noi sono in tutto 45, realizzate nella sua breve vita (1430 circa 1479), ancora in gran parte sconosciuta. Il terreno è quello delle congetture e la situazione si è aggravata con il terremoto di Messina del 1908, quando è andata definitivamente distrutta la già scarsa documentazione d'archivio rimasta, insieme ad almeno una sua opera importante. Di sicuro c'è che intorno alla metà del '400 il suo genio emerge improvvisamente come un protagonista indiscusso dell'arte del suo tempo. Antonello apre una bottega a carattere familiare, l'unica di prestigio, all'epoca, fra Napoli e Palermo e produce soprattutto gonfaloni per confraternite, altari di chiese e conventi fastosamente concepiti, ma anche ritratti, minuscoli e folgoranti, di straordinaria novità di stile, la cui fama arrivò a Milano come a Venezia. Dove si recò, sull'onda del successo, per un periodo di circa due anni, quasi sul finire della sua non lunga esistenza, per lavorare strenuamente ad opere pubbliche e private, che lasceranno un segno indelebile della sua grandezza e del suo straordinario talento. Tornato in Sicilia vi morirà dopo pochi anni, lasciandoci altri capolavori, tutti riconoscibili per quella felice sintesi tra luce e spazio e quel perfetto equilibrio tra vero naturale e bello ideale, fra cronaca e storia, fra arte nordica e arte italiana, che è il risultato più alto della sua pittura. R. T.

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