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Sogni, desideri, paure. Le interviste rivelatrici di Mina

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Mina l'icona, l'Araba Fenice della canzone italiana, dopo 26 anni torna così a parlare, ad esserci, palpabile ed eterea come sempre, come sempre imprendibile, come sempre irrinunciabile. Sono gli anni '60-'70 e Mina è in assoluto il personaggio che più di ogni altro invade le copertine dei principali periodici. Dalle sue interviste emerge un'artista controversa, intelligente, spiritosa, forte e debole allo stesso modo, ma soprattutto autentica. Nel '78, in occasione dei suoi ultimi concerti a 'Bussoladomanì, la decisione di ritirarsi dalle scene e insieme la volontà di rompere, poco dopo, ogni rapporto in prima persona con i giornalisti (il legame con la carta stampata riprenderà successivamente, ma come curatrice di rubriche in un filo diretto con i lettori). Ma Mina aveva parlato abbastanza prima di allora. Fernando Fratarcangeli ha idealmente legato queste interviste, rilasciate in uno spazio di venti anni, per ripercorrere una carriera straordinaria e luminosa che l'ha eletta la più importante interprete del nostro pop. Nel volume sono inserite le riproduzioni a colori delle varie copertine di riviste da cui le interviste sono estratte, insieme ad altre particolarmente interessanti o rappresentative del suo straordinario percorso artistico (da «Corriere dei ragazzi» a «Panorama», da «Il musichiere» a «Epoca»). Dal curioso itinerario rintracciato attraverso le parole di Mina, viene fuori soprattutto la follia del circo musicale, dove lei stessa si definisce (Tempo del 1961) «non una cantante ma una che canta». «In questo caos - spiega Mina - mi ci hanno sbattuta dentro senza che me ne accorgessi, per scommessa. Quando non si lotta per ottenere una cosa non la si può apprezzare». Su un numero della «Domenica del Corriere» (1968) Mina dice: «Tutte le volte che mi devo presentare in pubblico mi viene il panico e mi dico "vattene Mina, scappa". Poi qualcuno mi dà una spinta e tutto ricomincia come prima». O ancora: «Le critiche mi hanno lasciata indifferente fin dal giorno in cui un giornale scrisse: questa urlatrice è un insulto alla musica e al canto» («Oggi», 1978). Le 400 pagine scorrono fluidamente: dal debutto con «You Are My Destiny» di Paul Anka all'allontanamento dalla tv, poi il grande ritorno, gli amori, veri o presunti, i memorabili concerti dal vivo. L'autore accompagna parole e pensieri della Mina-donna e della Mina-artista ripercorrendone la carriera fino al giorno in cui ha deciso di dire basta. Riccardo Reim ha curato la prefazione del volume e, in un capitolo finale, la testimonianza di molti grandi personaggi del mondo dello spettacolo (da Celentano a Totò, da Gaber a Maurizio Costanzo) che raccontano aneddoti curiosi e divertenti. Fernando Fratarcangeli «Mina Talk», Coniglio, 382 pagine; 28 euro

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