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Manetti Bros: risorge il thriller italiano

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I fratelli e registi presentano al cinema «Piano 17» e in tv una nuova serie di gialli

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,in concorso al 15° Noir Film Fest di Courmayeur con un thriller dalle atmosfere inquietanti. Il film, intitolato «Piano 17», dal 2006 distribuito da Moviemax e prodotto da Gamp, è un'autentica scommessa di low budget fatta dagli stessi registi (Antonio e Marco Manetti) e dagli attori: Giampaolo Morelli, Elisabetta Rocchetti, Enrico Silvestrin, Giuseppe Soleri, Massimo Ghini e Antonino Iuorio. La storia è quella di un colpo grosso, con una vendetta servita fredda, un ascensore bloccato, tre possibili vittime, due malavitosi e gli ingredienti di un thriller della migliore tradizione. Manetti Bros., si è aperta una stagione cinematografica ricca di thriller, è il segnale di un ritorno al film di genere? «Il thriller, come il noir, non ha mai avuto soste a livello internazionale. Solo in Italia, dopo gli Anni Sessanta e con la nascita del cinema autoriale, più rivolto agli itellettuali e meno al pubblico, i film di genere sono stati emarginati. Ora l'Italia sta cambiando e si sta di nuovo allineando con il ritorno dei thriller, un genere che da sempre ci appartiene, grazie ai numi tutelari di Lamberto Bava e Verdone». Da «Zora la Vampira» a «Piano 17» sono trascorsi cinque anni: cosa avete fatto in tutto questo tempo? «Non abbiamo mai abbandonato la nostra passione per la cultura giovanile hip hop, anche se le musiche di «Piano 17» sono più ricche di funky, e abbiamo curato la regia di molti videoclip: dopo quelli del Piotta e di Alex Britti, anche gli altri di Cammariere, dei Flaminio Maphia degli 883, di Max Pezzali e altri. Poi, laTv. Nella primavera 2006, su Raidue, andranno in onda i gialli dell'Ispettore Coriandolo, interpretato da Giampaolo Morelli e tratti dalla penna di Carlo Lucarelli. Presto, dirigeremo una serie tv di fantascienza, sempre per la Rai». A quali maestri del brivido vi ispirate? «Hitchcock, De Palma, Leone e Argento. Ci teniamo lontani dalla politica: non amiamo schierarci, ma far emergere i rapporti umani, i tradimenti, le gelosie tra fratelli e le crescenti frustrazioni degli impiegati».

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