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«Ma in fondo è la Scala che fa grandi i direttori»

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TANTI VIP IN PASSERELLA

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Elegantissima in un completo dorato, la Javarone ha detto: «La prima è sempre la prima, di Muti ne abbiamo avuti e ne avremo perchè è la Scala che fa grande il direttore». A seguire la coppia Ignazio e Laura La Russa, un po' dispiaciuta «per questa prima tutta straniera ma è giusto aprire ai giovani». Totalmente d'accordo il melomane Francesco Saverio Borrelli, ex procuratore generale di Milano. Seguito a ruota da Gianni De Michelis e consorte Arrivati a poca distanza uno dall'altro anche l'attuale primo cittadino di Milano, Gabriele Albertini, e un candidato alla sua successione, l'ex prefetto Bruno Ferrante. Presente alla serata anche Umberto Veronesi, che a suo tempo rifiutò di concorrere alla poltrona di sindaco e che ha definito questa prima «quella della svolta, anche nel programma». Non mancavano i numi tutelari della cultura italiana come Valentina Cortese e Fernanda Pivano. E poi il gotha dell'economia e finanza: da Elio Catania a Marco De Benedetti, da Gabriele Galateri a Paolo Scaroni, da Giuliano Zuccoli a Umberto Quadrino. E, ancora, Fedele Confalonieri, Giuseppe Zadra, Salvatore Ligresti, Massimo Capuano, Alessandro Profumo, Mario Monti e chi alla Scala è di casa come Bruno Ermolli e Francesco Micheli. Ma tutta l'attenzione si è concentrata su Carlo Azeglio Ciampi, accompagnato dalla signora Franca. Applausi per lui, all'arrivo nel teatro, accompagnato dal nuovo prefetto Gian Valerio Lombardi, e poi, quando ha preso posto nel palco reale, insieme alla moglie, con accanto Albertini e il ministro Rocco Buttiglione, qualcuno ha gridato: «Ancora presidente».

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