Vespa è uno skipper d'eccezione Ma Mentana ha più coraggio
I due giornalisti provenienti dal Tg5 a cui è tornata l'ex padrona di casa Cristina Parodi, sottolineano che il loro rotocalco si rivolge ad un pubblico più giovane dai 15 ai 35 anni, rispetto alla concorrente «La vita in diretta» che invece è seguita dal target dai 36 ai 60 anni. Ma i due giornalisti, oltre a spiegare la diversità dei due programmi, realizzati, dicono con risorse differenti, e a prendere le distanze da Michele Cucuzza, riflettono sullo stato dell'informazione nostrana e soprattutto esprimono un personale giudizio su alcuni blasonati colleghi. Con quali novità cercherete di arginare «La vita in diretta» di Cucuzza che sembra avere la meglio sul vostro rotocalco? «Intanto dal punto di vista pubblicitario il nostro giovane target di ascolto è molto più appetibile rispetto a quello della concorrenza. E poi noi, contrariamente a Cucuzza che ha cavalcato l'onda di grandi trasmissioni come "L'isola dei famosi" e "Ballando con le stelle", abbiamo un taglio da notiziario giornalistico, non da contenitore. Cucuzza ha riproposto integralmente lunghissimi segmenti del reality della Ventura. Anche se "La talpa", su Italia uno, non ha avuto l'impatto dell'Isola, noi ne abbiamo seguito discretamente le varie tappe con servizi che andavano al di là del reality stesso. Intanto, oltre le novità già inserite, altre ne introdurremo. A partire da una grossa iniziativa, in partenza tra giorni, che renderà "Verissimo" più vicino a un settimanale di cronaca rosa e di gossip». Volete forse dire che il ritorno del Grande Fratello non sarà per voi un argomento da sfruttare? «Lo faremo. Mai, però, ci verrebbe in mente di riproporre il giorno dopo venti minuti di reality come invece è accaduto ne "La vita in diretta"». Non vi sembra ci sia un'invasione di gossip nell'informazione di casa nostra? «L'intuizione del Tg5 di aprire le porte al gossip è stata seguita successivamente anche dai quotidiani che al genere hanno spalancato persino le prime pagine. Forse tale tendenza è coincisa con la fine della Prima Repubblica». Fede, Mentana, Vespa.. Che pensate di questi vostri importanti colleghi? «Il direttore del Tg4 è un grande animale televisivo. Nel bene e nel male rappresenta quel che è e quel che fa. Mentana è un insuperabile maestro, è il giornalista da imitare per il fiuto e per il grande rispetto che sempre dimostra per la notizia. Vespa è un grande navigatore che spesso naviga in acque difficili, è uno skipper d'eccezione». E qual è la vostra opinione su Paolo Bonolis? «A Bonolis va riconosciuta una grande professionalità, è un imbonitore simpatico che si segue con piacere, ma gli va fatto un appunto per come ha gestito la questione inerente al programma "Serie A" con il suo abbandono. "Il senso della vita", il suo ultimo programma, rappresenta un esperimento nuovo, una contaminazione di generi. Gli va riconosciuto che sta cercando di realizzare qualcosa di diverso». Da questi giudizi non si capisce però se date la vostra preferenza a «Porta a porta» oppure a «Matrix». «Pendiamo decisamente dalla parte di "Matrix", ma non solo per affetto nei confronti di Mentana. Il nostro ex direttore sta percorrendo con coraggio strade inedite e differenti nel campo dell'informazione: un esempio è dato dal contributo al programma di un componente delle Iene. In quest'ottica Mentana è più bravo». Si parla tanto di informazione censurata nel nostro paese. Qual è la vostra opinione a proposito? «Quando si ascoltano grida di dolore sullo stato dell'informazione in Italia, decisamente c'è da arrabbiarsi. Tutti gli italiani possono avere idee diverse per quanto riguarda la politica, ma davvero la censura non esiste nel nostro paese. Si tratta solo di discorsi strumentali. Noi non siamo né meglio, né peggio, rispetto agli altri paesi, nel settore dell'informazione che può sempre avere, dappertutto, momenti più o meno felici. E non dimentichiamo che Tangentopoli è stato un grand